L’Arabia Saudita nega la notizia della storica approvazione dei voli per Israele con sorvolo del suo spazio aereo

Se confermata, la mossa dell’Arabia Saudita sarebbe il primo riconoscimento pubblico dei suoi caldi rapporti con Israele e un enorme colpo per El Al

di Anshel Pfeffer e Rina Rozenberg Kandel, 7 febbraio 2018

L’Arabia Saudita ha accordato il permesso ad Air India di operare voli diretti da Delhi a Tel Aviv, secondo quanto riferito ad Haaretz da fonti dell’industria del trasporto aereo israeliano. Se confermato, questa sarebbe la prima volta che i sauditi permettono a voli commerciali verso Israele di usare il proprio spazio aereo.

Secondo la Reuters, un portavoce dell’Autorità generale dell’Aviazione civile dell’Arabia Saudita ha smentito la notizia, affermando che l’agenzia non ha concesso a Air India il permesso di operare voli diretti da Nuova Delhi a Tel Aviv.

Se fosse vero, l’approvazione di Riyadh significherebbe che la durata dei voli dall’India verso Israele sarà abbreviata di due ore e mezza rispetto alla rotta attualmente in uso. La nuova rotta consentirebbe alla compagnia aerea di ridurre i costi del carburante e vendere biglietti più economici ai passeggeri.

Rotte tra India e Israele.

Un solo vettore opera attualmente voli diretti da Israele verso l’India, El Al, che effettua una rotta di 8 ore da Tel Aviv a Mumbai. Il percorso attraversa il Mar Rosso a sud dello Yemen, quindi gira a est verso l’India. Dal momento che Nuova Delhi è una nuova destinazione dalla quale non ci sono voli per Israele, la compagnia aerea riceverà una sovvenzione di 750.000 euro dal Ministero del Turismo per l’utilizzo della nuova linea, secondo un calcolo 250.000 euro per volo settimanale. Questa sovvenzione potrebbe dare, tra le altre cose, l’impulso a Air India per lanciare la linea.

Questa non è la prima volta che Air India chiede alle autorità israeliane tale concessione. L’anno scorso, la compagnia aerea ha chiesto all’Autorità israeliana degli aeroporti di permetterle di volare da e per Israele. La cosa non si è realizzata per l’insistenza della compagnia a voler operare sulla rotta più breve. Le discussioni sull’argomento sono proseguite durante la visita del primo ministro Benjamin Netanyahu il mese scorso in India, dove si sono svolti intensi colloqui tra i due paesi per approvare la rotta aerea sopra l’Arabia Saudita.

La rotta Delhi-Tel Aviv di Air India potrebbe essere la prima prova concreta e pubblica del riscaldamento dei legami tra Israele e la leadership saudita. Anche se abbiamo saputo per anni di un silenzioso coordinamento su problemi di sicurezza, non ci sono ancora prove tangibili evidenti.

Da settant’anni ormai, lo spazio aereo saudita è chiuso non solo agli aerei israeliani, ma anche a quelli di altre nazioni che abbiano un piano di volo verso Israele. Negli ultimi decenni ci sono stati solo due voli, a nostra conoscenza, che hanno sorvolato l’Arabia Saudita verso Israele: l’Air Force One statunitense con a bordo i presidenti George W. Bush e Donald Trump, rispettivamente. Non è raro vedere sui siti di tracciamento del traffico aereo jet privati che viaggiano dagli aeroporti sauditi e altre destinazioni nel Golfo Persico verso Israele. Tuttavia tutti questi voli effettuano prima una breve sosta all’aeroporto di Amman.

Un volo diretto Air India attraverso lo spazio aereo saudita non sarà solo un segnale di relazioni più calde nel rapporto tra Gerusalemme e Riyadh, ma anche di crescenti interessi e influenza del primo ministro indiano Nardendra Modi nella regione. Ha visitato Israele il mese scorso ed è atteso in Giordania e Ramallah la prossima settimana.

Al di là delle implicazioni diplomatiche, tali voli diretti rappresenteranno un duro colpo per il vettore di punta di Israele El Al, che non dovrebbe ricevere a questo punto un simile privilegio di sorvolo. Air India potrà ora operare un volo che sarà di almeno tre ore più breve e molto probabilmente meno costoso rispetto al servizio di El Al a Mumbai che deve fare una lunga deviazione nella penisola arabica.

Un aereo Air India Airbus A320neo \ REGIS DUVIGNAU / REUTERS.

In seguito alla notizia, Michael Strausberger, vice presidente di El Al per gli affari commerciali e industriali, ha dichiarato di aspettarsi che la stessa approvazione venga data alle compagnie aeree israeliane. “Noi di El Al, e presumo che altre compagnie aeree israeliane condividano il nostro punto di vista, speriamo e pensiamo che l’Arabia Saudita consentirà anche alle compagnie aeree israeliane che volano da o verso Israele – e non solo alle compagnie aeree straniere – di sorvolare il proprio territorio”, ha detto Strausberger.

Il vincitore – e i perdenti

Se la nuova rotta sarà effettivamente approvata, il vincitore sarebbe, senza dubbio, Benjamin Netanyahu. Non solo sarebbe in grado di rivendicare un risultato importante grazie alla sua diplomazia pubblica con l’India e alle relazioni segrete con la leadership saudita, lui e i suoi sostenitori potrebbero dire che la sua visione di migliorare i legami con il mondo arabo, senza che Israele debba fare concessioni ai palestinesi, sta diventando una realtà.

Non è ancora chiaro se esista una qualche forma di compensazione che Israele darebbe ai sauditi per tale approvazione, ma è improbabile che riguardi la questione palestinese. I sauditi, al pari degli egiziani e di altri regimi arabi, rendono oggi un servizio a malapena puramente verbale alla causa palestinese.

E i più grandi perdenti di una tale mossa sono, ovviamente, i palestinesi. Ancora una volta si può provare che la grande nazione araba non si cura davvero di loro. Un accordo saudita per i voli attraverso il suo spazio aereo, se confermato, segue un coro piuttosto debole di condanna per il riconoscimento di Gerusalemme da parte di Trump come capitale di Israele e a dispetto di una totale assenza di un processo diplomatico.

Perfino al culmine degli accordi di Oslo, i palestinesi si rifiutarono di fare un simile gesto. Aaron David Miller, ex diplomatico americano anziano, ha twittato che “abbiamo provato per 20 anni a convincerli (i sauditi) a fare una cosa del genere. Ora, sulla scia di migliori relazioni segrete, in gran parte dovute al nemico comune, l’Iran, Israele sembra aver ottenuto questo gesto, apparentemente senza dare nulla in cambio.

Reuters ha contribuito a questo servizio.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina

Fonte: https://www.haaretz.com/israel-news/in-first-saudi-arabia-allows-flights-to-israel-over-its-airspace-1.5803140

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