Ragazzina di Gaza che ha bisogno di un trapianto viaggia senza genitori dopo che Israele ha negato loro i permessi

La salute di Inam è peggiorata l’anno scorso a causa dell’accumulo di acqua nel suo corpo, non lasciando ai medici altra scelta che rimuovere il rene sinistro [foto gentilmente concessa da Salwa al-Attar]


28 febbraio 2018

 

BETHLEHEM (Ma’an) – Una ragazzina palestinese è stata costretta a viaggiare senza i genitori da Gaza fino alla centrale città di Ramallah, nella Cisgiordania occupata, dove è previsto che riceva un trapianto di rene.
La tredicenne Inaam al-Attar è arrivata al Palestine Medical Center di Ramallah City con suo zio, da cui riceverà il rene, dopo che ai suoi genitori è stato negato il permesso di viaggiare assieme a lei dall’enclave costiera assediata.

Inaam al-Attar (a sinistra) con il governatore di Ramallah Laila Ghannam (a destra)

Il governatore di Ramallah, Laila Ghannam, ha dato il benvenuto ad al-Attar, filmata da diversi canali di notizie palestinesi mentre in ospedale piangeva dicendo di voler vedere la sua mamma.

Mercoledì pomeriggio un funzionario dell’agenzia di stampa Wafa dell’Autorità Palestinese (AP), ha dichiarato che i funzionari di collegamento palestinesi sono riusciti ad ottenere dai funzionari israeliani il rilascio di un permesso per Salwa al-Attar, mamma di Inaam, per uscire dalla Striscia di Gaza e raggiungere  sua figlia.
All’inizio di questo mese Al Mezan Center for Human Rights, Amnesty International, Human Rights Watch, Medical Aid for Palestinians (MAP) e Physicians for Human Rights Israel (PHRI) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con cui denunciano il minimo storico di permessi rilasciati da Israele per i palestinesi che cercano cure mediche vitali fuori da Gaza, sottolineando “l’urgente necessità che Israele metta fine alla sua chiusura decennale della Striscia di Gaza”.
Le autorità israeliane hanno approvato permessi per visite mediche solo per il 54 % di coloro che hanno presentato domanda nel 2017, il tasso più basso da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha iniziato la raccolta di dati nel 2008.
L’Oms ha riferito che 54 palestinesi, 46 dei quali malati di tumore, sono deceduti nel 2017 in seguito a rifiuto o ritardo dei loro permessi.
Gaza, spesso paragonata a una “prigione a cielo aperto” per i suoi oltre 2 milioni di abitanti affollati in 365 chilometri quadrati, ha subito un decennio di isolamento e privazioni reso ancora peggiore da tre devastanti operazioni militari israeliane e dalle continue lotte politiche fra fazioni palestinesi.

Nel 2012 le Nazioni Unite avvertirono che Gaza potrebbe diventare inabitabile entro il 2020 se non ci saranno cambiamenti nelle tendenze in corso. Ma il nuovo rapporto, pubblicato nel 2017 dall’ONU, riferisce che “la vita per il palestinese medio a Gaza sta diventando sempre più infelice” e che per la maggior parte dei gazawi il territorio potrebbe essere già invivibile.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina
Fonte: http://www.maannews.com/Content.aspx?id=779896

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