L’orice arabo torna in natura dopo anni di caccia incontrollata.

L’Arabia Saudita ha riammesso con successo l’orice arabo in natura dopo anni di caccia e cattura incontrollata che l’avevano portato sull’orlo dell’estinzione.

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Tareq Al Thaqafi – 08 novembre 2021

Per secoli, l’orice ha avuto come casa la penisola arabica. L’animale ha tuttavia dovuto affrontare tempi difficili negli ultimi decenni sia nel Regno che nella regione del Golfo e i tentativi di preservare il numero di orici in cattività, pronti per essere rilasciati in natura, hanno finalmente avuto successo.

Ahmed Al-Bouq, supervisore dei centri di ricerca e allevamento del Centro nazionale per lo sviluppo della fauna selvatica e del programma di rilascio nazionale, ha dichiarato ad Arab News che l’esperienza dell’Arabia Saudita nella conservazione dell’orice d’Arabia può essere un esempio per il mondo, con 1.200 animali riammessi nel loro ambiente naturale.

Circa 7.000 orici sono attualmente in cattività in attesa di essere riportati in tre regioni del Regno.

Al-Bouq ha detto ad Arab News che l’orice arabo faceva parte dell’identità dell’Arabia. Esistono quattro specie di orici nel mondo ma l’orice arabo, originario della penisola arabica, ha dimensioni e caratteristiche distintive e diverse.

“Negli ultimi anni, il Centro nazionale per lo sviluppo della fauna selvatica è riuscito nei programmi di ricollocazione grazie ad esperti sauditi e ai loro partner nella regione. Ciò ha comportato la riduzione dei livelli di estinzione, in conformità con lo standard dell’Unione internazionale per la conservazione della natura la cui classificazione inizia con estinto, estinto in natura (ma presente in cattività) – che è la precedente classificazione dell’orice arabo all’inizio del progetto — in pericolo di estinzione e in pericolo critico”, ha detto Al-Bouq.

Circa 7.000 orici sono attualmente in cattività in  attesa di essere riportati in tre regioni del Regno.

Secondo Al-Bouq, nel 2013 la classificazione è stata modificata in “vulnerabili”. “Attualmente stiamo cercando di riportarlo alla ‘minor preoccupazione’ al fine di rendere la specie diffusa, e tali sforzi sono rari a livello internazionale”.

A causa di migliaia di anni di vita in ambienti desertici, l’orice arabo ha sviluppato adattamenti fisiologici che lo hanno aiutato a far fronte a condizioni aride ed estreme. Questo lo ha reso un esempio ideale dell’adattamento  ad ambienti difficili e ai cambiamenti climatici.

L’orice si è adattato fisicamente con caratteristiche come il suo colore bianco, che respingendo il calore svolge un ruolo significativo nell’abbassare la sua temperatura corporea. L’orice arabo ha anche segni scuri sul muso e sulle zampe, che lo fanno sembrare più grande di altri predatori del deserto, come i lupi e altri, per scoraggiare gli attacchi. Le sue corna quasi dritte e affilate gli danno la capacità di proteggersi dai cani da caccia, ha detto Al-Bouq.

L’orice arabo ha anche la capacità di alterare la sua temperatura corporea. Nonostante sia un mammifero a sangue caldo, può cambiare la sua temperatura corporea da 36 a 44 gradi centigradi, caratteristica che lo aiuta ad adattarsi alle temperature calde e fredde del deserto.

Al-Bouq dice che l’orice arabo rappresentava il rinnovarsi  della vita ed era un simbolo di bellezza, come appare anche nei versi descrittivi della poesia araba e nelle  Al-Mu’allaqat dei più  grandi poeti arabi.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org