La causa per Genocidio

La Corte Internazionale di Giustizia potrebbe essere tutto ciò che si frappone tra i palestinesi di Gaza e il Genocidio.

Fonte: English version

Di Chris Hedges – 12 gennaio 2024

L’esauriente memoria di 84 pagine presentata dal Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia che accusa Israele di Genocidio è difficile da confutare. La campagna israeliana di uccisioni indiscriminate, distruzione totale di infrastrutture, compresi abitazioni, ospedali e impianti di trattamento dell’acqua, insieme all’uso della fame come arma, accompagnata dalla retorica genocida dei suoi leader politici e militari che parlano di distruggere Gaza e di pulire etnicamente il 2.3 milioni di palestinesi, sostiene con forza il Genocidio.

La diffamazione di Israele nei confronti del Sudafrica come “braccio legale” di Hamas esemplifica il fallimento della sua difesa, una diffamazione replicata da coloro che sostengono che le manifestazioni organizzate per chiedere un cessate il fuoco e proteggere i diritti umani dei palestinesi siano “antisemite”. Israele, con il suo Genocidio trasmesso in diretta streaming al mondo, non ha alcuna concreta controargomentazione.

Ma ciò non significa che i giudici della Corte si pronunceranno a favore del Sudafrica. La pressione che gli Stati Uniti eserciteranno, il Segretario di Stato Antony Blinken ha definito “prive di merito” le accuse sudafricane, sui giudici, provenienti dagli Stati membri dell’ONU, sarà intensa.

Una sentenza di Genocidio è una macchia che Israele, che utilizza l’Olocausto come un’arma per giustificare la brutalizzazione dei palestinesi, troverebbe difficile rimuovere. Ciò minerebbe l’insistenza di Israele sul fatto che gli ebrei sono vittime eterne. Sretolerebbe la giustificazione dell’uccisione indiscriminata di palestinesi disarmati da parte di Israele e della costruzione della più grande prigione a cielo aperto del mondo a Gaza, insieme all’Occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. Spazzerebbe via l’immunità alle critiche di cui godono la lobby israeliana e i suoi sostenitori sionisti negli Stati Uniti, che hanno con successo equiparato le critiche allo “Stato Ebraico” e il sostegno ai diritti dei palestinesi con l’antisemitismo.

Oltre 23.700 palestinesi, tra cui oltre 10.000 bambini, sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre, quando Hamas e altri combattenti della Resistenza hanno violato le barriere di sicurezza attorno a Gaza. Circa 1.200 persone furono uccise: ci sono prove evidenti che alcune delle vittime furono uccise dal fuoco dei carri armati ed elicotteri israeliani che presero di mira intenzionalmente i circa 200 ostaggi insieme ai loro rapitori. Altre migliaia di palestinesi sono dispersi, presumibilmente sepolti sotto le macerie. Gli attacchi israeliani hanno lasciato feriti e mutilati oltre 60.000 palestinesi, la maggior parte dei quali donne e bambini. Altre migliaia di civili palestinesi, compresi bambini, sono stati arrestati, bendati, numerati, picchiati, costretti a spogliarsi, caricati su camion e trasportati in località sconosciute.

Potrebbero volerci anni per arrivare alla sentenza della Corte. Ma il Sudafrica chiede misure provvisorie che impongano a Israele di cessare il suo attacco militare, in sostanza un cessate il fuoco permanente. Questa decisione potrebbe arrivare entro due o tre settimane. Si tratta di una decisione che non si basa sulla sentenza definitiva del tribunale, ma sul merito della causa intentata dal Sudafrica. La Corte, chiedendo a Israele di porre fine alle sue ostilità a Gaza, non definirebbe la campagna israeliana a Gaza come un Genocidio. Ciò confermerebbe che esiste la possibilità di un Genocidio, ciò che gli avvocati sudafricani chiamano atti “di carattere genocida”.

Il caso non sarà determinato dalla documentazione di crimini specifici, nemmeno quelli definiti Crimini di Guerra. Sarà determinato dall’intento genocida: l’intento di sradicare in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come definito nella Convenzione sul Genocidio.

Questi atti nel loro insieme includono il prendere di mira campi profughi e altre aree civili densamente popolate con bombe da 2.000 libbre (900 kg), il blocco degli aiuti umanitari, la distruzione del sistema sanitario e i suoi effetti su bambini e donne incinte, le Nazioni Unite stimano che siano circa 50.000 donne incinte a Gaza e che ogni giorno vengono partoriti più di 160 bambini, nonché ripetute dichiarazioni genocide da parte di importanti politici e generali israeliani.

Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha equiparato Gaza ad Amalek, una nazione ostile agli israeliti nella Bibbia, e ha citato il comandamento biblico di uccidere ogni uomo, donna, bambino o animale Amalek. Il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha definito i palestinesi “animali”. Il Presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato, come hanno detto alla Corte gli avvocati sudafricani, che tutti a Gaza sono responsabili di quanto accaduto il 7 ottobre perché hanno votato per Hamas, sebbene metà della popolazione di Gaza sia costituita da bambini troppo piccoli per votare. Ma anche se l’intera popolazione di Gaza votasse per Hamas, ciò non ne farebbe un obiettivo militare legittimo. Secondo il Codice di Guerra, sono ancora civili e hanno diritto alla protezione. Hanno anche il diritto, secondo il diritto internazionale, di resistere alla loro Occupazione attraverso la lotta armata.

Gli avvocati sudafricani, che hanno paragonato i crimini di Israele a quelli perpetrati dal regime dell’Apartheid in Sud Africa, hanno mostrato alla Corte un video di soldati israeliani che festeggiano e invocano la morte dei palestinesi cantando mentre ballano: “Non ci sono civili non coinvolti”, come prova che l’intento genocida discende dall’alto verso il basso della macchina da guerra e del sistema politico israeliano. Hanno fornito alla Corte foto di fosse comuni dove venivano sepolti corpi “spesso non identificati”. Nessuno, compresi i neonati, è stato risparmiato, ha spiegato alla Corte l’avvocato sudafricano Adila Hassim.

Gli avvocati sudafricani hanno detto alla Corte che “il primo atto di Genocidio è l’uccisione di massa di palestinesi a Gaza”. Il secondo atto di Genocidio, hanno affermato, è il grave danno fisico o mentale inflitto ai palestinesi di Gaza in violazione dell’articolo 2B della Convenzione sul Genocidio. Tembeka Ngcukaitobi, un altro avvocato e studioso di diritto in rappresentanza del Sudafrica, ha sostenuto che “i leader politici, i comandanti militari e le persone che ricoprono posizioni ufficiali di Israele hanno sistematicamente ed esplicitamente dichiarato il loro intento genocida”.

Lior Haiat, Portavoce del Ministero degli Affari Esteri israeliano, ha definito l’udienza di tre ore di giovedì uno dei “più grandi spettacoli di ipocrisia della storia, aggravato da una serie di affermazioni false e infondate”. Ha imputato al Sudafrica l’intento di voler consentire ad Hamas di tornare in Israele per “commettere Crimini di Guerra”.

I giuristi israeliani, nella loro risposta di venerdì, hanno definito le accuse sudafricane “infondate, “assurde” e pari a “diffamazione.” La squadra legale di Israele ha affermato di non aver ostacolato l’assistenza umanitaria, nonostante i rapporti delle Nazioni Unite sulla diffusa mancanza di cibo e sulle malattie infettive dovute al crollo dei servizi igienico-sanitari e alla carenza di acqua pulita. Israele ha difeso gli attacchi agli ospedali, definendoli “centri di comando di Hamas”. Ha detto alla Corte che stava agendo per legittima difesa. “Le inevitabili vittime e le sofferenze umane di qualsiasi conflitto non sono di per sé un modello di condotta che mostri plausibilmente un intento genocida”, ha affermato Christopher Staker, un avvocato di Israele.

I leader israeliani accusano Hamas di aver compiuto un Genocidio, anche se legalmente se si è vittima di un Genocidio non è consentito commettere un Genocidio. Anche Hamas non è uno Stato. Non è quindi parte della Convenzione sul Genocidio. L’Aja, per questo motivo, non ha giurisdizione sull’organizzazione. Israele afferma inoltre che i palestinesi sono stati avvisati di evacuare le aree che saranno attaccate e indirizzati in “aree sicure”, anche se, come hanno documentato gli avvocati sudafricani, le “aree sicure” vengono regolarmente bombardate da Israele con numerose vittime civili.

Israele e l’amministrazione Biden intendono impedire qualsiasi ingiunzione temporanea da parte della Corte, non perché la Corte possa costringere Israele a fermare i suoi attacchi militari, ma a causa della prospettiva, che è già disastrosa. L’attuazione della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dipende dal Consiglio di Sicurezza, il che, dato il potere di veto degli Stati Uniti, rende discutibile qualsiasi sentenza contro Israele. Il secondo obiettivo dell’amministrazione Biden è assicurarsi che Israele non venga giudicato colpevole di Genocidio. Saranno implacabili in questa campagna, esercitando forti pressioni sui governi che hanno giuristi nella Corte affinché non ritengano Israele colpevole. Russia e Cina, che hanno giuristi all’Aja, stanno combattendo le proprie accuse di Genocidio e potrebbero decidere che non è nel loro interesse ritenere Israele colpevole.

L’amministrazione Biden sta giocando un gioco molto cinico. Insiste nel tentativo di fermare quello che, per sua stessa ammissione, è il bombardamento indiscriminato dei palestinesi da parte di Israele, aggirando il Congresso per accelerare la fornitura di armi a Israele, comprese le bombe “a grappolo”. Insiste nel volere che i combattimenti a Gaza finiscano mentre pone il veto alle Risoluzioni per un cessate il fuoco alle Nazioni Unite. Insiste nel sostenere lo stato di diritto mentre sovverte il meccanismo legale che può fermare il Genocidio.

Il cinismo pervade ogni parola pronunciata da Biden e Blinken. Questo cinismo si estende a noi. La nostra avversione per Donald Trump, ritiene la Casa Bianca di Biden, ci spingerà a mantenere Biden in carica. Per qualsiasi altra questione potrebbe essere così. Ma non può essere il caso del Genocidio.

Il Genocidio non è una questione politica. È una questione morale. Non possiamo, costi quel che costi, sostenere coloro che commettono o sono complici del Genocidio. Il Genocidio è il crimine di tutti i crimini. È l’espressione più pura del male. Dobbiamo schierarci inequivocabilmente dalla parte dei palestinesi e dei giuristi sudafricani. Dobbiamo chiedere giustizia. Dobbiamo ritenere Biden responsabile del Genocidio di Gaza.

Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’Ufficio per il Medio Oriente e dell’Ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org