In Iran, la gloriosa sconfitta del lottatore Alireza Karimi

L’atleta ha dovuto buttarsi a terra per non dover affrontare un avversario israeliano ai Campionati del Mondo di Bydgoszcz in Polonia. Il suo paese è diviso su questo sacrificio.

di Louis Imbert, 28 novembre 2017

 

Amare la sconfitta non è dato a tutti. Lo sport francese e i suoi ammiratori hanno questo gusto per la tragedia: quello degli abbandoni strazianti, degli eterni secondi. La testata di Zidane. Raymond Poulidor. Anche in Iran si conosce questo lirismo sacrificale. È un’eredità del lamento originario dello sciismo (ramo dell’islam maggioritario in Iran), sulla morte dell’imam Hossein, nipote del profeta Maometto, a Kerbala nel 680? Il pubblico iraniano ama, forse più di ogni altro, vedere i suoi giganti piangere nella polvere.

Vedi Alireza Karimi. “Perdi Alireza! Il suo allenatore gli ha urlato dalla panchina. Nel rivedere la registrazione del combattimento, su Youtube, si sente chiaramente. Il lottatore Alireza Karimi Machiani, giovane colosso dai grandi occhi teneri, affronta il russo Alikhan Zabrailov a Bydgoszcz, in Polonia sabato 25 novembre. Al quarto minuto Alireza conduce con tre punti a due: ha serie possibilità di accedere ai quarti di finale del campionato del mondo dei 23 anni, lotta libera, 86 chili. Quando all’improvviso: “Perdi, Alireza! (al 5° minuto nel video).

 

Interruzione del combattimento. Breve conciliabolo e l’iraniano riprende la lotta, a testa bassa. Crolla, concede dodici punti, non ne segna uno e perde. Perché? Perché se avesse sconfitto il russo, se avesse raggiunto i quarti di finale, avrebbe dovuto affrontare un lottatore israeliano.

È un ostacolo vecchio come la Repubblica islamica, che non riconosce lo stato ebraico: condanna quindi ogni incontro tra i suoi atleti e gli israeliani. Alireza Karimi si sarebbe esposto a sanzioni se non avesse semplicemente rifiutato questa lotta. Meglio buttarsi a terra prima.

“Il silenzio è l’ultimo baluardo”

Niente di nuovo, quindi, nella sconfitta di Alireza Karimi, se non questa piccola meccanica della tragedia che esplode più forte del solito. Su Twitter, l’hashtag #youmustlose (“devi perdere” in inglese, declinato nella sua versione persiana, “bayad bebazi”) si sta diffondendo. Alcuni, in particolare iraniani della diaspora, accusano le autorità di bloccare le carriere degli atleti nazionali. “Non dicono che Israele è il male? Allora piuttosto che fuggire, alziamoci, combattiamo e sconfiggiamolo”, lancia uno di loro.

 

Stati Uniti, Israele si muovono per impedire la “lista nera” ONU sugli insediamenti http://ptv.io/2V1v pic.twitter.com/k15qk45Asg

Sassanian

Come ci aiuta questo? Ciò che il governo ha fatto a #Alireza_Karimi è incredibilmente ingiusto! Persino gli atleti palestinesi competono contro gli israeliani! Perché costringete i nostri eroi a buttare via tutto ciò per cui hanno lavorato così duramente? State solo aumentando l’odio degli iraniani per il governo

Kian Sharifi

Tutto quell’allenamento, tutto così difficile, per niente, #Iran-ian wrestler #AlirezaKarimi ha detto di aver lasciato vincere per evitare di affrontare #Israeli wrestler #Kalashnikov. Ha perso la possibilità di vincere il bronzo.

 

Altri acclamano l’abnegazione di Alireza Karimi. Hanno commentato a migliaia un video pubblicato domenica dal lottatore sul suo account Instagram. Il lottatore vagava di notte in una Bydgoszcz deserta – o forse era già tornato in Iran? Al microfono del suo telefono, una canzone malinconica di Dariush Eghbali: “Il silenzio è l’ultimo baluardo; non potete toglierci i nostri diritti.” Lunedì, raccontando la sua sconfitta all’agenzia Isna si è ricordato il grido del suo allenatore: “In un attimo tutto il mio mondo è sembrato crollare.”

La Federazione iraniana di lotta e il Ministero della gioventù e dello sport hanno acclamato il “magnanimo sacrificio” del lottatore: “La tua nobile ed eroica azione (…) è motivo di orgoglio per la comunità sportiva iraniana”, afferma un comunicato. In Polonia, il russo Zabrailov ha vinto l’oro. L’israeliano Uri Kalashnikov è finito terzo.

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina

Fonte: http://www.lemonde.fr/proche-orient/article/2017/11/28/en-iran-la-glorieuse-defaite-du-lutteur-alireza-karimi_5221675_3218.html

 

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