Gerusalemme capitale di Israele: un passo verso il baratro!

Apre prospettive terrificanti non solo per la disperazione del popolo palestinese, ma preannuncia scenari angoscianti per l’intero Medio Oriente

Angelo Baracca * – 8 dicembre 2017

L’annuncio di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele – la sua sovranità sull’intera Gerusalemme, incluso il suo settore arabo (Est), occupato 50 anni fa – è anche peggiore di come sembra. Apre prospettive terrificanti non solo per la disperazione del popolo palestinese, ma preannuncia scenari angoscianti per l’intero Medio Oriente, questa regione da più di un secolo di importanza geostrategica nella quale le potenze dominanti hanno inzuppato … nel petrolio con un disprezzo assoluto per i popoli che lo abitano.

Il popolo palestinese si sentirà definitivamente ignorato dalla comunità internazionale degli Stati, che dopo le proteste di prammatica ingoierà anche questa suprema vergogna. Lo Stato di Israele è stato creato come gendarme degli interessi Occidentali nella regione, gli Stati Uniti non permetteranno mai che la sua supremazia assoluta venga messa in pericolo.

Nel popolo palestinese è assai probabile che prevalgano definitivamente le correnti più estremiste. Questa sarà solo l’espressione della disperazione estrema dei palestinesi, veri paria della comunità internazionale.

Il re della Giordania, Abdallah, dovrà probabilmente affrontare massicce proteste dalla popolazione, costituita in maggioranza da palestinesi. Ma probabilmente le proteste accenderanno tutti i paesi arabi.

Ma sono forse ancora più allarmanti – se è possibile – gli indizi delle manovre politiche, spesso contrastanti, che ispirano e muovono tutti i regimi (perché tali sono) della regione. Fra tutti la dinastia estremista wahhabita Saud dell’Arabia Saudita, che aspira a scatenare la guerra santa finale all’Iran sciita e ai suoi alleati, Siria e Yemen: in questo obiettivo gli interessi dei Saud coincidono (in apparenza paradossalmente) con quelli di Israele, ma il contrasto potrebbe scoppiare con la Turchia. Le alleanze non si possono leggere in base alle ideologie professate dai regimi, che sono solo coperture di interessi ben più profondi.

In questa partita non si dimentichi la pericolosissima decisione di Trump di non certificare il rinnovo dell’Iran Deal, l’accordo sul nucleare iraniano raggiunto nel 2015 dopo anni di trattative e minacce, che avvicina terribilmente i rischio di un conflitto armato.

Trump gioca consapevolmente col fuoco, alzando la posta per ridisegnare radicalmente l’assetto e gli equilibri della regione, secondo interessi dei gruppi di potere e conservatori americani, tenendo in dispregio assoluto i popoli che vi abitano.

Il Medio Oriente è una polveriera con una quantità di micce innescate, ognuna pronta a farlo esplodere. Tutte le guerre sono scoppiate con un pretesto, ma sono state generate da contraddizioni che ormai erano incontrollabili e sarebbero esplose comunque. La situazione del mondo di oggi è analoga.

Poi, se l’incendio ci risparmierà, ci lamenteremo di masse di disperati che cercheranno salvezza dalle NOSTRE guerre e che saranno fiumane…

(*) Professore  dell’Universita di Firenze ora in pensione. Saggista specializzato nelle tematiche legate al nucleare civile e militare e attivista pacifista e ecologista. 

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