La municipalità di Gerusalemme costruisce un nuovo posto di blocco che impedisce l’accesso palestinese a una storica sorgente

La municipalità ha accolto una richiesta della polizia di non permettere più l’accesso dei palestinesi a Ein al-Haniya per riaprire il sito per il divertimento dei soli israeliani. – Copertina – Palestinesi di al-Walaja nuotano nella sorgente di Ein al-Haniya, marzo 2016. Photo credit: Ayman Nobani per WAFA.

Amalya Dubrovsky (*) 21 febbraio 2018

La municipalità di Gerusalemme sta costruendo un posto di blocco per impedire ai palestinesi con ID (carta d’identità) della Cisgiordania di accedere a Ein al-Haniya, una storica sorgente a sud-ovest di Gerusalemme.

 

Confisca di una sorgente palestinese

I palestinesi che vivono in Cisgiordania possono raggiungere Ein al-Haniya percorrendo una tangenziale, anche se l’accesso alla sorgente è già fortemente limitato dal muro dell’apartheid. Circa 1,5 chilometri dopo la sorgente lungo la tangenziale il cosiddetto checkpoint di Ein Yael impedisce ai palestinesi con ID della Cisgiordania di continuare verso Gerusalemme.

Una mappa della tangenziale che collega Ein al-Haniya (sulla mappa: Ein Khinya) ad al-Walaja e il vecchio e nuovo checkpoint lungo il suo tracciato. Credito fotografico: Peace Now.

Le autorità israeliane vogliono spostare il checkpoint di Ein Yael a 2,5 chilometri più all’interno della Cisgiordania sulla tangenziale come riporta il gruppo di osservatori israeliani di Peace Now. Ciò impedirebbe definitivamente ai palestinesi che vivono in Cisgiordania di accedere a Ein al-Haniya.
Ein al-Haniya fa parte di al-Walaja, un villaggio palestinese ricco di terre agricole e storia nel distretto di Betlemme. La gente del posto usa Ein al-Haniya per lo svago e come fonte d’acqua per il bestiame.

  Palestinesi di al-Walaja nuotano nella storica sorgente di Ein al-Haniya, marzo 2016. Photo credit: Ayman Nobani per WAFA.

Dal 1948, il governo israeliano ha confiscato oltre il 75 % della terra di al-Walaja. Oggi, la maggior parte di ciò che rimane del villaggio è o annessa illegalmente e sotto il controllo della municipalità israeliana di Gerusalemme, o occupata illegalmente e indicata come Area C della Cisgiordania (vale a dire che è anche sotto pieno controllo israeliano). Al-Walaja si trova tra blocchi di insediamenti che funzionari israeliani vogliono assolutamente connettere e consolidare.

FOTO – Al-Walaja. Credito fotografico: UNRWA. Svago israeliano batte vita palestinese

Come parte dei suoi piani di insediamento, la municipalità di Gerusalemme ha costruito il parco Emek Refaim sulla terra di al-Walaja, compresa Ein al-Haniya. Il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha inaugurato il parco israeliano nella zona della sorgente il 31 gennaio 2018.
La municipalità è nota per la consuetudine di classificare le aree palestinesi come “Parchi Nazionali” in modo da strappare il controllo su più territori. I parchi, come gli insediamenti israeliani, sono in violazione delle risoluzioni 194, 181, 252, 476 e 478 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Tuttavia, il piano di Barkat di aprire il parco al pubblico israeliano ha trovato un ostacolo quando il capo della polizia di Gerusalemme ha annunciato che ne avrebbe impedito l’accesso israeliano, a meno che non venisse prima bloccato l’accesso palestinese ad Ein al-Haniya dalla Cisgiordania.
Due settimane dopo, il 12 febbraio 2018, la Corte distrettuale israeliana si è pronunciata a favore del trasferimento del checkpoint di Ein Yael più all’interno in Cisgiordania per bloccare l’accesso palestinese a Ein Haniya, nonostante le obiezioni dei residenti di al-Walaja. La decisione è stata giustificata come una “necessità di sicurezza” per il nuovo parco.
La corte ha concesso ai residenti di al-Walaja una settimana per presentare ricorso prima che venissero rilasciati i permessi di costruzione israeliani per il checkpoint.

Nessun permesso è richiesto per distruggere terra palestinese

Tuttavia, la costruzione del checkpoint sulla tangenziale è iniziata due giorni dopo, il 14 febbraio 2018.
Ghaith Nasser, l’avvocato che rappresenta al-Walaja, ha scoperto che la municipalità di Gerusalemme ha ignorato il rinvio della corte di costruzione e la sua richiesta di “informazioni” su costruzione e finanziamento del checkpoint.
Secondo l’organizzazione israeliana Ir Amim, il direttore generale del comune Amnon Merhav ha supervisionato personalmente la costruzione illegale e si è rifiutato di bloccare le attrezzature quando ha avuto un confronto con Nasser.

FOTO – Costruzione di un nuovo checkpoint sulla tangenziale che collega al-Walaja alla sorgente Ein al-Haniya. Credito fotografico: Peace Now.

Il 15 febbraio 2018, la Corte distrettuale ha ordinato alla municipalità di Gerusalemme di fermare la costruzione del checkpoint. La petizione del comune contro l’ordine di fermo lavori sarà ascoltata il 6 marzo 2018.
I lavori di costruzione per preparare le fondamenta per il nuovo checkpoint hanno già danneggiato campi agricoli di al-Walaja. Inoltre i residenti sottolineano che il checkpoint comporterà di fatto la confisca di altri 1200 dunam (1,2 km quadrati) di terra di al-Walaja.

Amalya Dubrovsky (*)  è editor di Alternative Information Center.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina
Fonte: http://aicnews.org/index.php/2018/02/21/jerusalem-municipality-builds-new-checkpoint-barring-palestinian-access-to-historic-spring/

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