ArgentinaNoVayas: organizzazioni di difesa dei diritti umani chiedono che la squadra argentina non si presenti a Tel Aviv

Il 31 gennaio 2014, i soldati israeliani spararono indiscriminatamente e senza preavviso alle gambe dei calciatori diciannovenni Jawhar Nasser Jawhar e Adam Abd al-Raouf Halabiya di 17 anni che stavano tornando dall’allenamento allo stadio Faisal al-Husseini.

di Guillermo Martinez  4 ABRIL, 2018

Il calendario delle partite per le preliminari delle squadre di calcio maschili, per il mondiale in Russia, include una partita da disputarsi a Tel Aviv, il 9 giugno. Le partite amichevoli non  appartengono all’ambito della FIFA. E’ un accordo tra le due associazioni argentina e israeliana. L’AFA (Associazione di Calcio Argentino) può declinare questo evento sportivo, così come i giocatori ed il corpo tecnico possono decidere di non condividere l’amichevole. Diversi organismi di difesa dei diritti umani presentarono una lettera all’AFA esprimendo il rifiuto e il disaccordo allo svolgersi della partita. Nella scritto si informa sulla quantità di calciatori palestinesi assassinati dall’esercito israeliano.

Questa nuova campagna del BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) ha inizio in questi giorni, nei quali si è verificato un incremento della brutalità da parte dell’esercito israeliano. Nella Grande Marcia del Ritorno, manifestazione pacifica avviata a Gaza per sollecitare la fine dell’occupazione ed il ritorno dei profughi, stanno partecipando migliaia di palestinesi.

Nei giorni scorsi, l’esercito israeliano appostò cecchini che aprirono il fuoco su una moltitudine di gente che tentava di scappare dalle pallottole. Ci sono diverse immagini e video che testimoniano l’omicidio alle spalle di vari palestinesi. Si contano già 18 persone assassinate e oltre 1200 feriti.

Durante il 2018 sono state realizzate altre attività di boicottaggio. E’ stato chiesto a Natalia Oreiro di cancellare il recital che avrebbe dovuto realizzare il 20 marzo a Tel Aviv. Oltre alle organizzazioni di difesa dei diritti umani di Rio della Plata, anche il padre di Ahed Tamimi le scrisse una accorata lettera con questa disperata richiesta.

 

Qui sotto la lettera presentata all’AFA

Buenos Aires 4 marzo 2018

Sr. Carlos Mac Allister

Secretario de Deportes de la Nación

S / D

C/c: AFA y Futbolistas Argentinos Agremiados

 

 

 

Stimati signori:

 

Informati tramite i mezzi di comunicazione, che la nostra nazionale di calcio giocherà un’amichevole preliminare al mondiale 2018 a Tel Aviv con la squadra israeliana, esprimiamo rifiuto e disaccordo all’uso politico dei nostri giocatori rappresentanti l’Argentina, per fortificare legami con uno stato che da ben 70 anni viola in maniera sistematica i diritti umani più basilari del popolo palestinese, non rispettando nessuna delle risoluzioni dell’Organizzazione di Nazioni Unite (ONU) e del diritto internazionale.

Vogliamo ricordar loro che le organizzazioni di diritti umani più riconosciute del mondo, compresa la prestigiosa organizzazione di diritti umani israeliana B’Tselem  (Pace Ora), considerano che lo stato dell’Israele viola i diritti umani del paese palestinese e che con i bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile di Gaza in 2008/9 e 2014 hanno portato alla morte non solo  bambini, donne ed anziani innocenti, ma anche  Calciatori Palestinesi.

Lo stato dell’Israele non rispetta le risoluzioni dell’ONU, nemmeno della Corte Penale Internazionale e solo dal 1967 al 2018 supera il numero di oltre  90 risoluzioni dell’ONU in suo sfavore.

Nel 2008/9 fu segnalato come responsabile di crimini di guerra e di lesa umanità dalla Commissione Investigatrice dell’ONU, condotta dal Giudice Richard Goldstone, per l’aggressione a Gaza, nella quale furono assassinate più di 1400 persone, l’80 percento civili, la metà dei quali donne e bambini, e più di 5000 risultarono ferite.

 

Tra le vittime di quell’aggressione c’erano tre calciatori palestinesi, Ayman Alkurd, giocatore di Falastin Al-Ryadi e della nazionale palestinese, Wajeh Moshtahe, giocatore di Ittihad Alshojaeya, e Shadi Sbakhe, giocatore di Khadamat Alniserat; e il leader Khalil Abed Jaber, membro del Comitato Olimpico della Palestina. Tutti uccisi dall’esercito israeliano (tre nelle loro case e uno sulla via di casa).

Il 31 gennaio 2014, i soldati israeliani spararono indiscriminatamente e senza preavviso alle gambe dei calciatori diciannovenni Jawhar Nasser Jawhar e Adam Abd al-Raouf Halabiya di 17 anni che stavano tornando dall’allenamento allo stadio Faisal al-Husseini. Furono anche attaccati dai cani della polizia prima di essere trascinati e colpiti a terra. Jawhar aveva 11 proiettili, 7 al piede sinistro, 3 a destra e uno nella mano. Halabiya ne aveva uno per piede. Nessuno dei due poté continuare a giocare   e Jawhar poté a malapena camminare.

http://www.maannews.com/Content.aspx?id=673479

 

Riteniamo sia  in contraddizione con i nobili ideali contro il razzismo espressi dalla FIFA che si giochino partite con i rappresentanti di uno stato che applica apartheid, razzismo e ogni genere di umiliazioni e torture al popolo palestinese sotto l’occupazione illegale del suo territorio.

Non è valido sostenere che le squadre sportive non rappresentano le nazioni o gli stati ma le associazioni sportive. Sappiamo tutti che, in effetti e soprattutto nel calcio, non è così. E anche se lo fosse, al momento c’è, e su richiesta del popolo palestinese, un movimento internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro lo Stato di Israele, simile a quello che è stato applicato contro il Sud Africa razzista che deteneva Nelson Mandela prigioniero.

Se non fosse stato per l’azione internazionale di isolare economicamente (boicottaggio) e nello sport il Sudafrica, Mandela sarebbe morto in carcere e il Sudafrica seguirebbe ad essere ancora uno stato razzista dell’apartheid oggi.

Sebbene queste prolungate violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele sono conosciute in tutto il mondo, e oggi con Internet e social network non ci sono scuse per non conoscerle, ne elenchiamo alcune per coloro che potrebbero ancora ignorarle:

  • Limitazione di movimento: impossibilità di tornare nella propria città, paese o terra, posti di blocco su strade, vie segregate per i palestinesi e altre percorribili solo dagli israeliani.
  • Pulizia etnica per occupare illegalmente il territorio palestinese: massacri e terrorismo di stato, demolizione e/o confisca di case e terre.
  • Costruzione di chilometri del muro più lungo e più alto del pianeta che ruba più terra ai palestinesi e isola città e villaggi palestinesi tra di loro. Muro condannato da Papa Francesco e da tutte le organizzazioni dei diritti umani.
  • Imprigionamento di minori, detenzione indiscriminata della popolazione civile per la sola colpa di esigere i diritti fondamentali. Tortura legalizzata nella costituzione israeliana.
  • Annessione illegale del territorio palestinese: costruzione di colonie solo per ebrei europei o provenienti da qualsiasi parte del mondo su terreni palestinesi confiscati, in contrapposizione al riconoscimento della Repubblica Argentina di Palestina secondo i confini del 1967.
  • Recinzione ed isolamento per terra, mare e aria della Striscia di Gaza: 1.800.000 persone imprigionate in un territorio di 14 chilometri di larghezza x 40 di lunghezza, che sono state invase e bombardate, massacrando migliaia di donne e bambini innocenti, distruggendone più volte le infrastrutture fondamentali per la vita: ospedali, scuole delle Nazioni Unite, fattorie, colture, acqua potabile, etc. Non sono autorizzati a uscire da Gaza né a commerciare. Una gigantesca prigione all’aperto.

Da argentini che sanno molto bene cos’è una dittatura, sosteniamo che non dovremmo avere alcun tipo di rapporto con uno stato che si dichiara “normale” o “democratico” ed è in effetti uno stato anomalo e impunito. Uno stato fanatico, razzista e di apartheid che viola sistematicamente tutti i diritti umani di un altro popolo nella propria terra e che solo attraverso i media riesce a dare un’altra immagine di sé o censurare la verità.

Accogliamo con favore il messaggio contro il razzismo e la discriminazione, ribadito all’inizio di tutte le competizioni sportive mondiali e olimpiche della FIFA, trasmesse n televisione a milioni di telespettatori in tutto il mondo.

Ma ci sembra contraddittorio affermare che questi ideali di universalità e contro il razzismo vengano enunciati, mentre si mantengono relazioni sportive con uno stato che esercita l’apartheid e viola i più elementari diritti umani dei palestinesi.

Speriamo che la vostra Segretaria prenda una misura esemplare che coincida con gli ideali dei diritti umani che enuncia, e che dovrebbe rappresentare i valori di solidarietà del popolo argentino nei confronti di altri popoli vittime dell’oppressione, dell’apartheid e del genocidio.

Chiediamo di non giocare   questa partita in Israele.

 

Comitato argentino di solidarietà con la Palestina

 

Le organizzazioni per i diritti umani attendono la risposta dei giocatori, dello staff tecnico e dell’AFA

Traduzione: Fiorella Socci – Invictapalestina.org

Fonte: http://virginiabolten.com.ar/politica-argentina/argentinanovayas-organismos-dd-hh-solicitan-la-seleccion-argentina-no-se-presente-tel-aviv/

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