Robert Guédiguian e Ariane Ascarid nell’apartheid di Israele: un errore politico e morale

Siamo rimasti delusi nell’apprendere che Robert Guédiguian e Ariane Ascaride hanno risposto con un sì sincero all’invito della quindicesima edizione del festival cinematografico francese in Israele nelle cineteche di Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa, Holon, Herzliya …

9 aprile 2018

Si può pensare che il ruolo di Unifrance, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri Francese, nell’organizzare tali eventi risponde principalmente a criteri commerciali, ma Robert Guédiguian e Ariane Ascaride sono attori e portavoce di una certa idea di cinema francese che rifiuta la collaborazione con il liberalismo sfrenato o il razzismo quando si parla di vita sociale.

Eppure non c’è vita sociale senza vita culturale e allora sorge una domanda: non c’è la collaborazione di questi artisti con le forze di destra o dell’estrema destra sul territorio nazionale, perché allora una tale collaborazione è possibile con lo stato israeliano in luoghi carichi della storia della Nakba?

Forse Robert Guédiguian e Ariane Ascaride ci diranno che portano con sé un pezzo di Francia, in nome della condivisione? Condivisione con lo stato d’apartheid e il suo esercito di occupazione, del massacro di decine di dimostranti palestinesi disarmati come venerdì scorso a Gaza?

Forse diranno che non lo sapevano? Forse non hanno sentito parlare degli appelli lanciati da Desmond Tutu, Eyal Sivan, Roger Waters o Ken Loach o dagli israeliani di “Boycott from Within” a non appoggiare la politica coloniale e di apartheid del governo di Tel Aviv? O non sanno che Caetano Veloso, dopo aver rotto il boicottaggio nel 2016, al suo ritorno ha fatto una dichiarazione esemplare dicendo che non avrebbe mai più messo piede in quel paese? Ma possiamo davvero pensare a un tale scollamento della resistenza del mondo della cultura dalla politica criminale israeliana?

Forse ci diranno che il cinema e la cultura non sono politici? Già sentito, particolarmente a destra e anche all’estrema destra, ma poco credibile se detto da un Robert Guédiguian che, durante un passaggio su France 5, ricordava che tutto è politico. Basta ricordare che Jean-Luc Godard ne ha fatto l’arte più politica, giustamente con dei palestinesi in “Qui e altrove”. O l’esatto contrario di Muriel Robin che tutta sorridente posava “pacificamente” pochi giorni fa con una soldatessa israeliana e il suo fucile d’assalto dopo, assieme a Michele Laroque, aver disprezzato l’appello per un boicottaggio lanciato dalla Società civile palestinese che lotta per la propria libertà e dignità.

Speriamo che, come Caetano Veloso, avranno il coraggio di riconoscere il loro errore morale e politico e di presentare, in assenza di scuse, il loro rimorso al popolo palestinese.

Bernard, membro della campagna BDS France

traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina

fonte:https://www.bdsfrance.org/robert-guediguian-et-ariane-ascaride-en-apartheid-israel-une-faute-politique-et-morale/

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