Il governo israeliano giustifica l’uccisione di bambini che manifestano a Gaza: non sono a scuola

La foto di Alaa Zamli, 15 anni, è in cima a questo post per il suo bel sorriso che lo avrebbe dovuto portare molto lontano nella vita. Ma ha vissuto a Gaza dove è stato ucciso da un cecchino israeliano durante le proteste alla frontiera il 10 aprile. Oggi Ben White ha twittato la foto di Zamli con quelle di altri tre ragazzini manifestanti che i cecchini israeliani hanno ucciso a Gaza.

Philip Weiss, 24 aprile 2018

I soldati israeliani hanno ucciso quattro ragazzini palestinesi durante le proteste della #GreatReturnMarch iniziate il 30 marzo nella Striscia di Gaza occupata. Ogni colpo di cecchino è approvato e registrato, dicono funzionari israeliani.

 

Ibrahim Abu Sha’er, 17, killed by Israeli sniper in Gaza
Hussein Madi, 13 anni, ucciso a Gaza da un cecchino israeliano
Mohammed Ayoub, 14 anni, ucciso a Gaza da un cecchino israeliano

 

Mohammed Ayoub è stato l’ultimo ad essere ucciso venerdì scorso alle 16:30.

Al ministro dell’istruzione israeliano Naftali Bennett domenica scorsa è stato chiesto se Israele non si fosse spinto troppo in là quando ha ucciso Ayoub, come riporta Orly Noy su +972:

Razi Barkai, conduttore del programma radiofonico del mattino di Army Radio, ha chiesto al ministro dell’Istruzione Naftali Bennett se “siamo andati troppo oltre” uccidendo Mohammed Ayoub, 15 anni, durante le proteste della marcia del ritorno a Gaza.

“Se fosse andato a scuola come tutti gli altri bambini”, ha risposto Bennett, “non ci sarebbe stato alcun problema”. Questo è ciò che ha detto il ministro dell’istruzione israeliano sull’omicidio di un bambino – ucciso dal proiettile di un cecchino – durante una protesta.

Questo ora è un tema della propaganda israeliana che circonda le uccisioni a Gaza: i bambini sono da biasimare per non essere a scuola, oppure a leggere libri.

Due giorni fa l’agenzia governativa israeliana che amministra i territori occupati (COGAT) ha postato su Facebook questa fotografia di un bambino palestinese alle proteste di Gaza con in mano una pietra, e ha scritto: “Quando dai ai bambini pietre da scagliare invece di libri da cui imparare, non c’è da meravigliarsi se Gaza è nello stato in cui si trova.”

 

[Qual è il futuro di questo bambino?] Immagine del bambino a Gaza che tiene una pietra, postata dall’amministrazione israeliana dei territori occupati.

L’agenzia ha continuato a dare la colpa ad Hamas di questa carenza di istruzione e della violenza.

“L’organizzazione terroristica di Hamas sta crescendo una generazione di bambini che imparano solo violenza invece di ricevere strumenti per il resto della loro vita …. Finché gli abitanti di Gaza non inizieranno a investire nel futuro dei loro figli piuttosto che seguire la via della distruzione su cui Hamas li guida, a Gaza ci saranno solo continue difficoltà”.

Ma la violenza adesso sta andando in una sola direzione: nessun israeliano è stato ferito seriamente nel continuo furioso attacco a Gaza. B’Tselem ha detto che è illegale dirigere “fuoco vero su civili disarmati che non rappresentano un pericolo… I funzionari israeliani si affidano ai peggiori scenari per giustificare questi ordini”.

La ragione principale per cui i bambini tengono in mano pietre è che sono cresciuti istruiti dai genitori sui villaggi che si trovano all’interno di Israele da cui furono scacciati i loro genitori e nonni – la base della Grande Marcia del Ritorno.

Bambini disarmati uccisi dal fuoco di un cecchino negli Stati Uniti dovrebbe essere una storia che fa rumore. Non lo è. Sebbene, sì, Gaza abbia ovviamente segnato un punto di svolta nell’opinione ebraica americana. Natalie Portman ha citato le “atrocità” di Gaza quando ha rifiutato di partecipare a una cerimonia di premiazione in Israele in cui avrebbe ricevuto un premio di 2 milioni di dollari, e quel boicottaggio di una famosa attrice ebrea ha fatto salire la paura dei leader sionisti.

Ma le giustificazioni israeliane per aver ucciso gli abitanti di Gaza sono state date la settimana scorsa da una tribuna al J Street, la lobby israeliana del Democratic Party, quando il politico israeliano Tzipi Livni ha detto dal palco principale:

Conosco anche il codice etico dell’IDF [Israel Defence Forces]. Quindi se un soldato infrange quel codice etico o viola la legge, viene perseguito e punito e voglio che voi lo sappiate perché lo stato di Israele con i valori che rappresenta non deve e non dovrebbe tollerarlo. E condivido questo con voi perché ho familiarità con la critica [sic]. So quali sono le immagini che vedete qui. E so che a volte è difficile difendere questi valori e difendere la sicurezza di Israele e volevo solo condividerlo con voi personalmente.

Questa affermazione è palesemente falsa. Come dice B’Tselem:

L’annuncio dell’esercito che il meccanismo investigativo dello staff del generale guidato dal Gen. Brig. Motti Baruch esaminerà gli incidenti in cui sono stati uccisi palestinesi, concentrandosi sulle morti dei civili, è pura propaganda intesa – tra le altre cose – ad impedire un’indagine internazionale indipendente.

Nota di maggior speranza: le giustificazioni israeliane della violenza non sono accettate da IfNotNow, il giovane ribelle gruppo ebraico americano che chiede ai leader ebraici di pronunciarsi perché altri palestinesi non vengano uccisi.

Uno dei principali supporti dell’occupazione israeliana è il fatto che i media evitano di informarci sui suoi orrori. Possiamo solo sperare che le uccisioni di questi bambini – per il fatto che non erano a scuola – attirino l’attenzione che meritano.

Grazie a Allison Deger

Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org

Fonte: http://mondoweiss.net/2018/04/government-justifies-protesters/

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