Rassegna FACEBOOK

Selezione di POST  dalle pagine Facebook degli amici di INVICTAPALESTINA

Tamara Taher

Il colonizzatore costruisce la sua vita, e il suo benessere, sulla morte e sulla distruzione del popolo indigeno. Ha bisogno che il mondo intero venga a riconoscere la sua forza di morte e sangue. Ha bisogno del supporto di altri colonizzatori che abbiano sterminato altri popoli e gente come noi- narrandosi come il sogno e il desiderio di tutti su questo pianeta- per poter continuare ad imporre la sua mostruosa forza di distruzione.


Sangue, sangue e sangue…


Costruisce le sue città sopra le rovine dei nostri villaggi, le sue case sopra i nostri cimiteri, le sue strade sulla terra da cui ha sradicato migliaia di figli della nostra madre Palestina: ulivi, palme, aranci e fichi.
Si disseta e nuota nella nostra sete.
Scrive la sua storia col fuoco sopra le nostre, ci circonda di ferro e piombo, viene a cercarci e a rubarci alla quiete delle nostre notti e alla poesia della nostra luna per buttarci nel buio delle sue celle. Ci nega ovunque ci incontri sulla Terra.


Ma noi dichiariamo la nostra esistenza, esistiamo. Raccontiamo le nostre storie, marciamo in ogni dove, non abbiamo bisogno di riconoscimenti in lapidi di marmo, granito o oro. Ci bastano le nostre voci e il nostro ultimo respiro.
Ci basta la Palestina, il sogno della libertà, la nostra pretesa di giustizia, la nostra memoria indelebile, e la solidarietà dei dannati come noi.
Ci basta la promessa che da ogni morte che ci imporranno faremo rinascere ancora la nostra volontà di vita e di liberazione.

Yara Jenin

Per i telegiornali italiani il problema sono i palestinesi che manifestano e Hamas che li manda a protestare. Il problema non è mica Israele e Trump che violano lo status quo di Gerusalemme sancito dalla risoluzione 181 dell’ONU 1947; il problema non è mica Israele che detiene su Gaza un embargo economico da 11 anni, controllando la Striscia via terra, mare e aerea; il problema non è mica Israele che viola il diritto al ritorno dei profughi palestinesi sancito dalla risoluzione 194 dell’ONU 1948 e l’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (motivo reale della Marcia del Ritorno invocata la prima volta nel 1972, ben 10 anni prima della nascita di Hamas); il problema non è mica Israele che spara a dei manifestanti inermi; il problema non è mica Israele che viola l’articolo 49 della IV Convenzione di Ginevra 1949 costruendo nei Territori Palestinesi Occupati le colonie; il problema non è mica Israele che viola, con il muro dell’apartheid, il diritto all’autodeterminzione del popolo palestinese.

Il problema non è mica l’America che ha imposto per 43 volte il veto sulle risoluzioni per le indagini indipendenti su Gaza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’ultima delle quali dopo la morte di 60 palestinesi uccisi in 24 ore dai proiettili sparati e dai gas asfissianti lanciati dall’esercito israeliano.
No. Per i telegiornali italiani il problema non è mica tutto ciò: il problema sono i palestinesi che resistono e lottano per i loro diritti contro tutta questa ingiustizia impunita, da 70 anni.

Articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 10 dicembre 1948: “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.”

Antonino Salerno

 Accendo lo smartphone e mi compare l’ultima perla di Repubblica (delle banane): “Gaza, 55 palestinesi morti e più di 2.400 feriti in scontri al confine con Israele”.Per Repubblica (delle banane) i palestinesi non sono stati assassinati proditoriamente dai cecchini israeliani, sono semplicemente morti “in scontri” (automobilistici?) avvenuti al confine con Israele (non hanno rispettato lo stop).Per scontrarsi occorre essere almeno in due, questo dettaglio pare sfuggire ai nostri impavidi giornalisti, quanti sono dunque i morti e i feriti dell’altra fazione? Nessuno? Ohibò!

58 manifestanti palesinesi inermi assassinati da cecchini ebrei israeliani e c’è persino qualche deficente o qualche razzista accecato dall’odio razziale, aiutato da giornalisti imbrattacarte, che approva, sproloquiando di un Israele aggredito da orde di selvaggi terroristi palestinesi che vorrebbero invaderlo a mani nude per rapire qualche donna bianca da violentare in massa.Dobbiamo segnarci i loro nomi e iniziare a denunciare queste persone una per una per hate speech, per istigazione all’odio razziale nei confronti dei palestinesi. Le leggi ci sono, usiamole.

Fausto Gianelli

Ai più distratti, che magari hanno saputo dei fatti di Gaza solo tramite alcuni media italiana, vorrei ricordare che gli “scontri” ieri hanno avuto luogo tra palestinesi disarmati che manifestavano a centinaia di metri dal confine da un lato e proiettili israeliani dall’altro, sparati con fucili di precisione da cecchini appostati su una collina. #massacro

 

Associazione Sardegna Palestina

14 maggio – La Grande Marcia del Ritorno dei Palestinesi

In queste ore, nella Striscia di Gaza, le forze di occupazione israeliana stanno commettendo un vero e proprio massacro: 41 morti e più di 1700 feriti è il bilancio aggiornato alle 15:30 di oggi, 14 maggio 2018.

70 anni fa i palestinesi scappavano dai massacri sionisti e finivano dispersi ai quattro angoli della terra, oggi, nonostante i massacri, sono uniti nella marcia del ritorno e fronteggiano inermi la macchina da guerra israeliana.
La superiorità militare, tecnica, economica non basta, l’appoggio del cosiddetto mondo civile non basta. Israele ha perso se dopo settant’anni si continua a resistere in tutta la Palestina, da Gaza a Gerusalemme, nei campi profughi, passando per Ramallah, Betlemme, Haifa e Nazareth.
La lotta restituisce a un popolo spezzato dalla Nakba la propria unità, contro i sionisti, contro il Giro d’Italia, contro Trump. I martiri di oggi sono la rappresentazione viva del coraggio e della determinazione palestinese che fa un tutt’uno con la determinazione che vede Israele accampare diritti sulla “terra promessa” con la prepotenza delle armi.

 

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