Ashtar Theatre: amor proprio e resistenza attraverso lo spettacolo

Il teatro Ashtar è ben nascosto nel centro di Al Bireh. Una volta entrati, si è accolti da un colorato arazzo di vecchi poster teatrali. Camminando per i corridoi, si sentono le deboli risate e le chiacchiere dei giovani attori teatrali che stanno facendo una pausa tra le prove dello spettacolo. L’atmosfera è gioiosa, positiva e piena di promesse.

Maria Correia – 13 Agosto 2018

Foto di Palestine Monitor

Il gruppo teatrale Ashtar sta attualmente provando la sua produzione più recente, Peer Gynt, una commedia originariamente scritta da Henrik Ibsen nel 1876.

Il regista dello spettacolo, Émile Saba, è un ex studente di Ashtar. Ha iniziato a frequentarlo quando aveva 10 anni ed era rimasto sorpreso dall’esistenza di un teatro performativo in Palestina. “ Fui sorpreso dal fatto che ci fosse qualcosa di simile a Ramallah, non sapevo nemmeno che esistesse!”, ha detto Saba al Palestine Monitor.

Ashtar è la prima organizzazione non-profit per la formazione teatrale di giovani palestinesi. Fondato nel 1991, il teatro mira a promuovere la creatività e l’impegno a cambiare attraverso una combinazione di formazione, programmi, servizi e spettacoli.

Saba lasciò l’istituto dopo il liceo. Dopo aver conseguito  la laurea in inglese e business administration, è tornato al teatro. All’epoca in Palestina non esisteva un’istruzione superiore per la recitazione, quindi tornò come attore ma sentì sempre la necessità di esplorare il campo professionalmente.

“Sentivo di aver bisogno di una formazione adeguata, così sono andato negli Stati Uniti e ho ottenuto il mio MFA in recitazione teatrale all’Università del Connecticut.”  Da allora ha continuato a lavorare come attore e regista nel panorama teatrale palestinese.

” Il teatro mi ha insegnato l’auto-espressione e come usare ogni strumento a mia disposizione ” – Zabaneh, 18. Photo: Myriam Purtscher.

La situazione teatrale in e dalla Palestina

Saba ritiene che la situazione teatrale in Palestina sia buona, considerando che c’è un teatro in quasi tutte le città. Tuttavia, a volte la questione dei finanziamenti è un ostacolo alla produzione. “Non ci sono tanti spettacoli professionali a causa dei finanziamenti che si concentrano su pochi argomenti, quindi non si ha tanto spazio per produzioni apolitiche”, ha spiegato Saba.

“Gli spettacoli d’intrattenimento o di divertimento non sono molto finanziati. Il teatro palestinese è considerato solo come politico o sociale senza che ci si preoccupi molto della sua natura artistica.” Il teatro Ashtar cerca di mettere le questioni sociali in un contesto teatrale più artistico, unendo la richiesta dell’organismo di finanziamento di affrontare questioni politiche alle esigenze più artistiche del team di produzione.

Poiché per i Palestinesi muoversi in generale è limitato e controllato, fare delle tournée internazionali come gruppo teatrale non è facile. Anche se il viaggiare in un altro Paese non fosse la questione, la mancanza di permesso per andare all’ufficio dei visti di Gerusalemme può a volte interrompere il viaggio degli attori della West Bank. Saba ha anche affrontato l’ostacolo significativo della mancanza di finanziamenti per le tournée . “I teatri qui non hanno fondi per poter inviare all’estero uno spettacolo senza il sostegno  di finanziamenti esterni. Questo limita la nostra collaborazione. ”

L’impatto della performance artistica

Parlando con il cast, è risultato evidente che il teatro ha avuto un ruolo enorme nella vita dei giovani attori. Isleen Atlallah, una giovane di 16 anni, ha dichiarato di aver fatto teatro per cinque anni. In Peer Gynt, interpreta la madre di Peer.

Atallah ha affermato che il teatro avrebbe sempre fatto parte della sua vita. “Per me è essenziale quanto l’acqua!” dice ridendo. Atallah ha intenzione di andare a studiare all’estero, ma ovunque andrà, ha in programma di portare con sé la sua passione per il teatro. “Mi ha reso sicura, mi ha procurato amicizie e ha influenzato positivamente la mia vita sociale. Mi ha insegnato molte abilità per affrontare la vita. ”

Jana Falah, un altro attore, ha detto al Palestine Monitor che ha fatto teatro per due anni. Falah ha 15 anni. Alla domanda sul significato del teatro ha detto; “Ha cambiato in meglio la mia vita. Ha sviluppato la mia personalità e mi ha aiutato molto. Mi ha reso quello che sono oggi. “Ha continuato: ” Vorrei che qui ci fosse più teatro. Il teatro è come la mia casa “.

Ashtar e altri spazi per l’espressione creativa sono diventati dei luoghi sicuri per molti giovani palestinesi. Tra questi c’è Ameer Zabaneh, una diciottenne che nello spettacolo interpreta Peer. Alla domanda su come il teatro abbia influenzato la sua vita, ha risposto; “Ha influenzato ogni aspetto della mia vita. Oltre ad essere in grado di esprimermi, ho acquisito strumenti e metodi che posso usare nella vita di tutti i giorni. È anche un modo bellissimo per affrontare qualsiasi argomento con un pubblico dal vivo. ”

Per Zabaneh è importante essere parte del movimento teatrale e del suo sviluppo in Palestina, anche se ha intenzione di vivere all’estero per un po’ per conoscere nuove tecniche e metodi teatrali: “Tornerò sicuramente e lavorerò qui. Voglio impegnarmi per uscire dallo standard cui siamo abituati. ”

“Il teatro è decisamente politico, anche quando non tratta direttamente un argomento politico” – Zabaneh Foto: Myriam Purtscher.

La politica del teatro sotto occupazione

L’espressione creativa è spesso legata alla resistenza politica. Zabaneh ha sottolineato la natura politica del teatro, anche in uno spettacolo non politico.

“Anche se non tratta direttamente una questione politica, la crescita del panorama artistico e della cultura di questo Paese in un momento in cui la comunità ha molto altro su cui concentrarsi, è uno strumento politico. E crescendo stiamo aumentando il nostro standard. È il nostro modo di combattere l’occupazione “.

Nella fase di pianificazione dello spettacolo di Peer Gynt, attori e registi hanno riflettuto collettivamente sugli argomenti che volevano evidenziare nella loro performance. Zabaneh l’ha particolarmente apprezzato. “C’erano molti argomenti che volevamo affrontare. Non volevamo escludere quelle questioni che normalmente questa società eviterebbe. ”

Saba ha sottolineato l’importanza di uno spazio come questo per i giovani palestinesi. “È uno sfogo e una fuga. Ti dà uno spazio sicuro per essere e sentirti te stesso senza vergogna e per ricevere un amore sincero. ”

“Quando sei in ​​grado di creare e realizzare qualcosa, questo aumenta la tua sicurezza e il tuo amore per te stesso. Ciò che ci spinge in avanti e ci incoraggia a continuare, è il duro lavoro e l’affermazione che ne deriva! “, ha continuato Saba.

Il 9 agosto, Israele ha bombardato il Centro culturale Said Al-Mishal a Gaza. Il centro era un luogo d’intrattenimento, cultura e supporto e il secondo teatro più grande di Gaza. Mentre Israele continua a reprimere l’espressione creativa dell’arte e dell’identità palestinese, questa diventa sempre più importante e politicizzata.

Vedendo come i protagonisti dello spettacolo sono ben diretti e coordinati, è risuonata la speranza per una generazione che sta permettendo alla cultura e all’arte di mantenere uno spazio nelle loro vite. Vedendo quanto i giovani attori siano capaci di rompere con il modello fisso che è stato loro dato, di spingersi oltre nella loro arte, possiamo aspettarci un aumento della promettente combinazione di creatività e resistenza dei giovani palestinesi.

 

Trad: Grazia Parolari  “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org

Fonte: http://www.palestinemonitor.org/details.php?id=z8zcrba19936ygolfixuwq

 

 

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