L’assedio israeliano a Gaza: quando diventa genocidio?

Non importa quanto i Sionisti tentino di manipolare le nostre storie, non dobbiamo lasciare che incolpino Hamas per l’intento genocida di Israele.

Foto: Parenti del medico volontario Abdullah al-Qatati, 21 anni, colpito durante le proteste lungo il confine tra Israele e Gaza, piangono durante i suoi funerali a Rafah, nella Striscia di Gaza del sud, l’11 agosto 2018 (AFP )

Nada Elia – 18 settembre 2018

È difficile tenere traccia delle perdite giornaliere a Gaza.

A seguito dei bombardamenti israeliani, degli attacchi aerei e delle uccisioni extragiudiziali di manifestanti pacifici in marcia per i loro diritti, solo nelle ultime sei settimane un medico palestinese ha dovuto assistere impotente alla morte di suo figlio, almeno nove giovani sono stati uccisi e centinaia feriti durante la settimanale Marcia del Grande Ritorno del venerdì, una donna incinta e la sua bambina di 18 mesi sono state uccise in attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria, e il Said al-Mishal Center for Culture and Science è stato bombardato e ridotto in macerie.

Nel frattempo, due milioni di Palestinesi rimangono assediati nella densamente popolata striscia di Gaza, in un atto illegale di punizione collettiva per aver esercitato democraticamente il loro diritto di eleggere i loro leader politici.

I crimini di Israele

Aggiungere la beffa al danno è il modo in cui la maggior parte dei media riporta i crimini di Israele. Questo avviene non solo nei media di destra e mainstream, ma anche, frequentemente, nell’analisi dei “giornalisti preoccupati “.  Anzi, abituata come sono al modo oltraggioso in cui viene coperta mediaticamente la sofferenza della Palestina, ogni tanto devo ancora fermarmi e leggere due volte.

Questo è avvenuto per esempio lo scorso anno, con un articolo di Haaretz dal titolo: “Niente acqua, niente elettricità e bambini che muoiono inutilmente.” Quando mai è necessario che muoiano dei bambini ?” mi chiesi. E non potei fare a meno di essere inorridita di quanto un popolo possa essere sacrificabile, prima che gli editori riescano a tirar fuori un titolo sprezzante sulla necessità o  meno che i suoi figli muoiano.

 “Israele non ucciderebbe direttamente decine di migliaia di Palestinesi, ma creerebbe le condizioni per farli morire a decine di migliaia” – Nadia Hijab

L’articolo in sé, un’intervista della giornalista israeliana Ayelet Shani a Salah Haj Yahya, un medico palestinese che mensilmente guida una delegazione di Medici per i Diritti Umani da Israele alla Striscia di Gaza, è controverso anche per altri motivi , come quando la giornalista insiste nel chiedere di Hamas, suggerendo che è il partito politico il colpevole per la miseria di Gaza, piuttosto che indicare Israele e il suo subappaltatore, l’Egitto, come i poteri responsabili di un assedio che, a causa della sua scelta politica, penalizza una popolazione composta prevalentemente da rifugiati.

Analizzo ampiamente l’articolo perché è rappresentativo di molti reportage su Gaza, che pur esprimendo un certo grado di orrore per crimini specifici – più recentemente, per esempio, l’uccisione di un medico, così come quella di una madre incinta – falliscono poi  nel descrivere in modo soddisfacente il contesto più ampio in cui questi crimini sono commessi.

Assedio illegale

Le omissioni, in quello che altrimenti viene presentato come giornalismo “preoccupato” – oh, cara, i bambini muoiono “inutilmente” – valgono una riscrittura, perché mostrano come la maggior parte dei giornalisti copre abitualmente la situazione a Gaza. Nello specifico, Shani normalizza così totalmente l’assedio illegale di Israele che questo non viene presentato come la causa principale della situazione critica nella Striscia di Gaza. Sceglie di concentrarsi invece sulle infrastrutture fatiscenti, sulla mancanza di attrezzature, mentre sempre, sempre, punta il dito accusatore contro Hamas.

Un ragazzo siede tra gli edifici di Gaza distrutti dagli attacchi aerei israeliani (AFP)

Haj Yahya indirizza la sua attenzione verso la responsabilità di Israele, ma lei persiste imperterrita nel criticare la violenza inflitta da Hamas alla popolazione di Gaza. Ad esempio, in risposta ad Haj Yahya che dice di non coordinarsi con Hamas, Shani chiede: “Non avete nessun contatto con Hamas, nemmeno uno informale? Non avete  bisogno del loro permesso? Non sorvegliano il vostro  lavoro?”

Haj Yahya: “Non ci sono contatti. Coordiniamo il nostro ingresso con la parte israeliana, non lavoriamo con Hamas o con i suoi rappresentanti. Lavoriamo solo con i direttori ospedalieri e il Ministero della Sanità palestinese, con il Ministro della Sanità a Ramallah e con il suo vice di Gaza.  Quelli sono coloro che si approcciano  con  noi.”

Possiamo riscrivere che in realtà è Israele che controlla i confini, o dovrei dire, più correttamente, che mantiene l’assedio mortale?  Invece l’attenzione su Hamas suggerisce che sia Hamas  ad avere  più voce in capitolo, o peggio ancora, che sia Hamas a poter negare a una delegazione medica palestinese il permesso di curare i pazienti a Gaza.

La questione del ricatto

Forse la parte più incriminata dell’articolo è questa, in cui Haj Yahya  menziona una questione vergognosa che lui e altri hanno già documentato, vale a dire il ricatto cui i pazienti bisognosi di cure salvavita non disponibili nella Striscia vengono sottoposti: collaborare con l’Intelligence israeliana al fine di ottenere un permesso per entrare in Israele.

“C’è anche la questione del ricatto”, dice Haj Yahya.

Shani: “Cioè?”

Haj Yahya: “Il permesso di viaggio è concesso solo a condizione che i pazienti collaborino: informazioni in cambio di un permesso di ingresso”.

 Non importa quanto i Sionisti tentino di manipolare le nostre storie, non dobbiamo lasciare che incolpino Hamas per “l’intento genocida” di Israele. L’esecutore è Israele

Shani: “Sta dicendo che lo Shin Bet ricatta questi pazienti? Può dimostrarlo?”

Haj Yahya: “Abbiamo  documenti filmati di pazienti minacciati o ricattati in cambio di un permesso. Abbiamo scritto un rapporto su questo.  Gli interrogatori spesso deteriorano in situazioni spiacevoli e umilianti. A volte si ricorre alla violenza. ”

In effetti, Haj Yahya non è l’unico ad aver denunciato questo ricatto. Eppure Shani continua, incolpando Hamas per aver esortato i Palestinesi a non collaborare con l’Intelligence israeliana, anche se Haj Yahya persiste nello spiegare che non è Hamas che sta negando i permessi di uscita dei suoi pazienti. La narrativa palestinese è sotto assedio come la gente di Gaza.

Un cecchino israeliano controlla la sua arma vicino al recinto di confine di Gaza. Più di 180 Palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano (AFP)

Ma torniamo al titolo dell’articolo, ai bambini che muoiono “inutilmente”. Già nel 2010, Nadia Hijab si chiese: “Quando diventa genocidio?” E spiega: “Israele non ucciderebbe direttamente decine di migliaia di Palestinesi, ma creerebbe le condizioni per la morte di decine di migliaia di persone. Qualsiasi epidemia potrebbe poi  finire il lavoro “.

Atmosfera di genocidio

Quattro anni dopo, in un articolo pubblicato all’indomani dell’attacco israeliano a Gaza del 2014, Richard Falk  si chiese “Israele è colpevole di genocidio?”. Professore emerito di diritto e di prassi internazionale, Falk è estremamente cauto con la terminologia di ciò che è considerato il “crimine dei crimini” e scrive, con cautela, di  un “contesto genocida”.

“La testimonianza ha reso questo problema complesso e delicato. Ha prodotto un consenso  tra la giuria secondo la quale le prove sarebbero sufficienti per valutare attentamente se il crimine di genocidio sia stato effettivamente commesso da Israele.  Questo accordo è di per sé stesso un riconoscimento del fatto che c’era un’atmosfera  di genocidio in Israele , in cui funzionari di alto livello rilasciavano dichiarazioni a sostegno della distruzione o dell’eliminazione degli abitanti di Gaza come popolo.

“Tali affermazioni incendiarie non furono mai ripudiate dalla leadership del primo ministro Benjamin Netanyahu o sottoposte a indagini penali o ad altri procedimenti ufficiali. Inoltre, il continuo bombardamento di Gaza, in circostanze in cui la popolazione non aveva alcuna possibilità di fuggire o di cercare rifugio, ha aggiunto ulteriore credibilità all’accusa.

“Al “contesto genocida” ha contribuito anche Il fatto che l’Operazione Margine Protettivo sia stato il terzo attacco militare su larga scala ai danni di questa popolazione illegalmente assediata, impoverita e in pericolo “.

La normalizzazione delle morti palestinesi

Il professore israeliano espatriato Ilan Pappe scrisse  di “genocidio incrementale” già nel 2006, e di nuovo nel 2014. Le circostanze che hanno creato un “genocidio incrementale” nel 2006 e un  “contesto genocida” nel 2014, stanno diventando sempre più aspre ed è ormai fondamentalmente noto che se l’assedio non viene revocato, entro il 2020 Gaza non sarà più vivibile.

Tuttavia, la normalizzazione della morte dei Palestinesi è tale che il resto del mondo registra a malapena questa terribile previsione.

Dobbiamo fare di meglio. La posta in gioco è estremamente alta. Quindi, denunciamo sempre, sempre il contesto genocida dell’assedio di Gaza e chiediamo la sua  fine. E chiamiamo le morti “inutili” dei bambini per quello che sono, ovvero il protrarsi del genocidio.

L’assedio non è normale e non dovrebbe essere normalizzato. E non importa quanto i Sionisti tentIno di manipolare le nostre storie, non dobbiamo lasciare che incolpIno Hamas per l’intento genocida di Israele. L’esecutore è Israele.

 

Nada Elia è una scrittrice palestinese e commentatrice politica della diaspora. Attualmente sta lavorando al suo secondo libro “Who You Callin Demographic Threat? Notes from the global Intifada”. Professoressa (in pensione)  di studi di genere globali è membro del collettivo di direzione della Campagna statunitense per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (USACBI).

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Eye.

 

Taduzione: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org

Fonte:https://www.middleeasteye.net/columns/when-does-it-become-genocide-we-need-challenge-banality-israel-s-evil-1070877603

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