Attivista ebrea americana detenuta a Ben Gurion: quando ho pronunciato la parola “arabo”, tutto è cambiato

Il membro di un gruppo statunitense, che lavora per la parità di diritti  tra ebrei e arabi in Israele, è stata fermata  e sottoposta a un lungo interrogatorio  da parte di funzionari della sicurezza israeliani , quando  ha provato a tornare a casa a San Francisco.

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 GABE STUTMAN – 19 April 2019, 7:08 pm

Laura Mandel, 32 anni, che ha lasciato Israele il 14 aprile, ha detto che l’interrogatorio standard all’aeroporto Ben Gurion è diventato aggressivo dopo  aver  specificato di essersi recata in Israele per partecipare alla celebrazione del 30° anniversario di Abraham, una organizzazione  senza scopo di lucro che promuove la convivenza tra cittadini ebrei e arabi.

“Ho la sensazione  che, quando  ho pronunciato la parola ‘arabo’, tutto sia  cambiato“. L’incidente,  ampiamente diffuso mercoledì dai media israeliani e americani, ricorda episodi simili di viaggiatori ebrei sottoposti a interrogatori aggressivi  da parte dei funzionari di sicurezza israeliani a causa delle loro affiliazioni politiche.

Nel 2017 l’ex capo della Federazione delle comunità ebraiche di San Francisco, Jennifer Spitzer, ha dichiarato di essere stata  trattenuta per circa 90 minuti mentre era in viaggio in Israele per partecipare a un evento del  New Israel Fund, una organizzazione no-profit progressista che lavora per l’eguaglianza arabo-ebraica in Israele. L’anno scorso, il commentatore ebreo americano Peter Beinart è stato arrestato dallo Shin Bet e interrogato sulla sua partecipazione alle proteste in Cisgiordania. Il primo ministro Benjamin Netanyahu  ha definito la detenzione di Beinart un “errore amministrativo”.
Ad agosto Simone Zimmerman, fondatore di IfNotNow, un gruppo ebraico che protesta contro il controllo israeliano della Cisgiordania, è stato  interrogato in merito alle sue opinioni politiche.

Tutti e tre sono stati interrogati mentre entravano in Israele, in linea con una controversa legge del 2017 che consente al Ministero dell’Interno di impedire l’accesso a chiunque sia sospettato di sostenere il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele. (La legge esclude i cittadini israeliani).

L’esperienza di Mandel ha avuto luogo mentre lasciava Israele. Il suo caso è simile a quello di un importante filantropo ebreo americano, Meyer Koplow, che nel 2018 si lamentò di essere stato aggressivamente interrogato dalla sicurezza dell’aeroporto israeliano, dopo aver effettuato un tour a gestione ebraica nelle aree palestinesi della West Bank.
Non esistono leggi del genere che limitano il viaggio verso l’esterno. Inoltre, verso la fine del 2018, un alto funzionario israeliano ha confermato che lo Shin Bet non avrebbe più sanzionato  i viaggiatori per le loro opinioni politiche in aeroporto.

Al momento della stampa nessuno dal consolato israeliano di San Francisco si è mostrato disponibile per un commento.
I rappresentanti  di Abraham hanno affermato che nessuno membro dell’organizzazione,  considerata  mainstream, è mai stato individuato come una minaccia per la sicurezza.
“Ho seguito questi casi per un po’“, ha detto il co-CEO Amnon Be’eri-Sulitzeanu al telefono. “Questa è la prima volta che un’attivista della società civile che si occupa delle relazioni arabo-ebraiche all’interno di Israele, è stata trattata in questo modo. Stiamo assistendo a un’escalation. Stiamo assistendo a una dura retorica del governo verso la comunità araba e a un messaggio di esclusione“.
Per “gente normale” che sostiene la coesistenza pacifica tra ebrei e arabi israeliani “è un segnale di allarme”. In un comunicato stampa martedì, l’amministratore delegato del New Israel Fund Daniel Sokatch ha espresso una forte critica  a quanto accaduto: “Il governo Netanyahu ha dimostrato, ancora una volta, che è  diventato  un  metodo  politico  utilizzare i valichi di frontiera come stanze per interrogatori e targeting politico. Il governo sta dimostrando che il test per entrare nel paese è politico: o sei d’accordo con questo governo o sei soggetto a domande, intimidazioni o rifiuti“.
Mandel ha aggiunto che, pur sentendosi protetta per la sua cittadinanza americana, si sentiva intimidita, nervosa e, alla fine, arrabbiata.
Inizialmente Mandel ha accusato se stessa di essere stata sincera, forse sarebbe stato meglio dire che era andata in vacanza in Israele.

 “Ma poi mi sono resa conto i non aver  fatto nulla di male. Non dovrei sentirmi in questo modo, non dovrei rimpiangere di essere stata sincera  perché non ho fatto nulla di sbagliato“.

Traduzione a cura di: https://frammentivocalimo.blogspot.com/2019/04/attivista-ebrea-americana-detenuta-ben.html

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