Salman Abu Sitta chiede: Chi rappresenta oggi il popolo palestinese?

Lettera del dott. Salman Abu Sitta al sig. Zanoun in risposta alla sua lettera ai membri del Consiglio nazionale della Palestina.

Fonte – English version

23 maggio 2020 –  Salman Abu Sitta

 

Gentile Sig. Salim al Zanoun

Speaker del Palestine National Council

Saluti

 

Abbiamo ricevuto la sua circolare ai membri del PNC sulla decisione del presidente Mahmoud Abbas “di considerarsi libero da tutti gli accordi con Israele e dai suoi impegni” e “di invitare arabi, musulmani e la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità e doveri nei confronti del popolo palestinese”, e conclude con l’affermazione del Consiglio secondo cui “l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) è l’unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese”.

Vorrei iniziare con una correzione dell’ultima frase: il Palestinian National Council (eletto) è l’unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese. Per contro, l’OLP è l’organo esecutivo del Consiglio incaricato di attuare le sue decisioni. Chi occupa le sue poltrone è soggetto a scadenza e rielezione.

Poiché secondo la Carta Nazionale ogni palestinese è un naturale membro dell’OLP, ogni palestinese deve essere rappresentato democraticamente nel Consiglio Nazionale. In caso contrario, la legittimità del Consiglio e la leadership dell’OLP vengono danneggiate.

L’ultima legittima riunione del Consiglio si è tenuta in Algeria nel 1988, e nessuna legittima riunione del Consiglio dopo quella ha avuto luogo in un paese arabo libero. Per queste ragioni, la legittimità dei membri del Consiglio e la guida della attuale organizzazione è sospetta, o peggio, come altri possono vedere.

Come il suo predecessore, il fedele patriota Abd al-Hamid al-Sayeh, ha detto: “Non c’è preghiera sotto le lance”, quindi la riunione del PNC sotto occupazione israeliana è inaccettabile. Allo stesso modo, è assolutamente discutibile e irricevibile la cancellazione di alcuni articoli della Carta Nazionale fatta per placare Clinton.

Anche se riconosciamo le elezioni del Consiglio legislativo tenute nel 2006, dobbiamo riconoscere che il loro termine è già scaduto.

Si pone quindi la domanda:

Chi rappresenta il popolo palestinese oggi?

Più della metà dei palestinesi vive in esilio e metà dei palestinesi in patria e all’estero sono giovani nati dopo il disastro di Oslo. Non sono rappresentati nel Consiglio e non hanno voce che li rappresenti. Non è rappresentato neppure il nostro popolo a Gaza e in Palestina all’interno dell’Armistice Line del 1948 (Israele), e lei ne conosce bene le ragioni.

Non apriamo poi il libro sulla situazione in Cisgiordania, dove vive il 18% del popolo palestinese e dove solo una piccola percentuale di esso crede che l’Autorità palestinese lo rappresenti.

Questa sciagurata situazione è nota al popolo palestinese da un quarto di secolo, dopo il fiasco di Oslo che ha minato i diritti dei palestinesi più della famigerata dichiarazione Balfour.

Le ricordo l’ira del popolo palestinese per la perdita dei suoi diritti e il tradimento della santità di ogni parte del suo paese. Nessuna persona o leadership di alcun tipo ha l’autorità di rinunciare a questi diritti, senza essere soggetto all’accusa di alto tradimento.

Lasci che le ricordi gli articoli dell’illustre palestinese, il dottor Edward Said,  molto critici nei confronti di Oslo, già un solo mese dopo la firma. Non era l’unico.

È necessario prendere atto delle numerose petizioni, incontri e conferenze a Londra, Boston, Beirut e Istanbul, ed ora in tutto il mondo, che richiedono il rispetto dei diritti legittimi del popolo palestinese e l’adesione al percorso di Liberazione e Ritorno.

L’obiettivo di questi movimenti popolari era aderire alla Carta Nazionale e chiedere l’elezione di un nuovo Consiglio nazionale da cui fare emergere una leadership palestinese che, a differenza di quella che abbiamo oggi, sia competente e leale e che goda della piena fiducia di tutto il popolo palestinese.

Mi spiace ricordarle il suo attacco a queste attività nazionali che si è spinto fino all’accusa di essere agenti di entità straniere. Spero che questa non sia più la sua opinione oggi.

Dopo il disastro di Oslo, la distruzione delle istituzioni dell’OLP e l’abbandono della struttura democratica del popolo palestinese, compresi sindacati e associazioni di insegnanti, ingegneri, medici, lavoratori, donne e giovani che erano i mattoni dell’edificio palestinese, noi chiediamo:

Chi sta difendendo oggi i diritti dei palestinesi nel mondo?

Sono soprattutto i giovani, gli scrittori, gli autori, gli opinionisti e i movimenti popolari palestinesi in esilio. Sono loro che hanno levato la bandiera di Liberazione e Ritorno, e che stanno guidando il movimento di boicottaggio (BDS) nel mondo.

Mi dispiace dire che molti degli ambasciatori palestinesi all’estero non hanno svolto un ruolo significativo in questo campo (con grande apprezzamento per quei pochi che lo hanno fatto). Alcuni di loro erano impegnati a riferire sulla criticabile attività palestinese dell’AP a Ramallah.

Ma noi siamo un popolo vivo e dinamico. Alla 72a Commemorazione di Al Nakba, in questo mese di maggio, si sono tenute decine di iniziative del popolo palestinese in tutto il mondo, libere da censura o dal silenzio, assistite dai nuovi mezzi elettronici hanno ribadito la sua domanda di Liberazione e Ritorno e il diritto a essere democraticamente rappresentato in un nuovo PNC, dopo aver pulito la nostra casa palestinese con una scopa democratica.

Mi ha rincuorato condividere recentemente l’attività di un evento organizzato da un gruppo di oltre 20 società giovanili, cui hanno partecipato 600 giovani. Questa è la generazione futura che porterà la bandiera della Palestina. Se ora sono privati del loro diritto ad essere rappresentati, lo strapperanno a coloro che hanno negato loro questo diritto e, inoltre, chiederanno il conto e il processo per i loro misfatti, la loro corruzione e il loro crimine supremo: cooperare con il nemico.

Perciò,

la invito a soddisfare la nostra richiesta di sciogliere l’attuale consiglio e organizzare nuove elezioni per la rappresentanza democratica di 13 milioni di palestinesi in un nuovo consiglio, che eleggerà una nuova leadership efficiente e degna di fiducia.

Come primo passo, si suggerisce che un gruppo di 300 persone che rappresentano i vari elementi del popolo palestinese si incontrino per tracciare il percorso e la procedura da seguire per le elezioni mondiali. Questo gruppo sarà assistito da una commissione preliminare, in cui i giovani dovrebbero essere rappresentati geograficamente, e che sia a conoscenza delle condizioni delle varie comunità in tutto il mondo.

È fin troppo comune parlare di ostacoli da incontrare. Il nostro percorso di lotta è sempre stato disseminato di ostacoli. E questo non ci ha mai fermato. Coloro che non sono in grado di sopportarlo, devono fare i bagagli e andare, lasciando il posto a quelli che ne sono in grado.

Il Palestine National Council è il risultato più grande che abbiamo avuto da Al Nakba, noi che siamo il Popolo della Palestina (non solo rifugiati senza tetto) e la Palestina è il nostro paese. Questa deve essere la nostra sacra missione. Ciò può avvenire solo attraverso il rilancio dell’adesione al PNC e la determinazione dei giovani che erediteranno il loro patrimonio, la Palestina.

 

Cordiali saluti,

Salman Abu Sitta

 

Salman Abu Sitta, è nato nel 1937 a Ma’in Abu Sitta, nel distretto di Beersheba del mandato in Palestina. Ingegnere di professione, è meglio conosciuto per il suo lavoro cartografico sulla Palestina e il suo lavoro sul Diritto al Ritorno dei palestinesi. È autore di sei libri e oltre 300 articoli e saggi sulla Palestina, tra cui L’Atlante di Palestina, 1917-1966 (2010). È fondatore e presidente della Palestine Land Society

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

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