Nonostante la pandemia, l’esercito israeliano danneggia i serbatoi d’acqua nel villaggio palestinese di Kafr Qaddum.

Il gruppo per i diritti umani B’Tselem ha concluso che la sparatoria per danneggiare i serbatoi d’acqua è stata un’azione deliberata, e che si tratta di un atto illegale di punizione collettiva.

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Di Yumna Patel – 27 Maggio 2020

I residenti di Kafr Qaddum non sono estranei alle incursioni militari israeliane nel loro villaggio, che si trova a nord-ovest di Nablus nel nord della Cisgiordania occupata.

Negli ultimi nove anni, gli abitanti hanno organizzato manifestazioni settimanali contro la confisca delle terre del loro villaggio usate per l’espansione degli insediamenti colonici illegali e i posti di blocco che chiudono permanentemente la strada principale che collega il villaggio a Nablus.

Quasi ogni settimana subiscono violenze da parte delle forze di occupazione, che nel corso degli anni hanno dispensato gravi lesioni, disabilità, e anche morte.

Nelle ultime settimane, tuttavia, le forze israeliane hanno sviluppato una nuova tattica di repressione nel villaggio, che il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, in un nuovo rapporto pubblicato mercoledì, ha definito: “Punizione collettiva”.

Dall’inizio di aprile, le forze israeliane sono state sorprese mentre sparano ai serbatoi d’acqua sui tetti delle case degli abitanti nel villaggio, causando danni per centinaia di dollari e una significativa perdita di risorse idriche per la comunità.

Secondo B’Tselem, i soldati hanno sparato danneggiandoli  24 serbatoi d’acqua nel villaggio, in alcuni casi ripetutamente nel corso di un mese.

Molti dei residenti colpiti hanno temporaneamente riparato i fori nei serbatoi usando viti e colla, ma dicono che è una soluzione temporanea che non durerà a lungo.

Alla fine, saranno costretti ad acquistare nuovi serbatoi d’acqua, che costano circa 125 dollari, un costo altissimo per la maggior parte delle famiglie palestinesi, specialmente durante la crisi COVID-19 quando molte persone non hanno un reddito costante.

“Ora, a causa del coronavirus, dobbiamo essere particolarmente attenti alla pulizia”. Assem Aqel, in una testimonianza a B’selem, ha dichiarato che la sua famiglia ha perso più di 450 litri di acqua in un solo giorno.

“Dobbiamo fare la doccia, lavare i vestiti e lavarci le mani più spesso, e ovviamente usarla per cucinare e bere. Non capisco come i soldati possano essere così spietati e danneggiare così i serbatoi d’acqua. L’acqua è la principale fonte di vita per ogni essere umano”, ha detto.

B’Tselem ha concluso che “il danneggiamento è stato deliberato” e ha descritto il danno ai serbatoi dell’acqua come un “vero abuso” e “un atto illegale di punizione collettiva”.

“Poiché i residenti ora devono seguire rigide misure igieniche, incluso il frequente lavaggio delle mani, nel contesto dell’emergenza pandemica, questa condotta è ancora più grave”, afferma B’Tselem.

“Tuttavia, le sparatorie sono continuate ininterrottamente per diverse settimane. Ciò indica che più che l’iniziativa casuale di singoli soldati, questa condotta è perlopiù avallata dai comandanti sul campo, in palese disprezzo per la vita e la proprietà dei residenti”.

I palestinesi che vivono nel territorio occupato, compresa la popolazione di Kafr Qaddum, non hanno un accesso costante all’acqua corrente a causa delle politiche del governo israeliano, che controlla l’approvvigionamento idrico in Cisgiordania.

Di conseguenza, i palestinesi devono fare scorta di acqua durante le ore di rifornimento immagazzinandola in serbatoi d’acqua sul tetto che possono contenere tra 500 e 1.000 litri di acqua.

Le organizzazioni umanitarie hanno a lungo criticato Israele per le sue politiche che si traducono direttamente in gravi carenze idriche per i palestinesi, e una chiara disparità nell’accesso all’acqua per i palestinesi che vivono in Cisgiordania rispetto ai coloni israeliani.

In media, i palestinesi in Cisgiordania hanno accesso a 73 litri di acqua al giorno, rispetto al minimo di 100 litri raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Nel frattempo, i coloni israeliani hanno accesso ad acqua corrente costante e una media di 240-300 litri di acqua al giorno per ogni persona.

Qui si può leggere il rapporto completo di B’Tselem:
http://www.btselem.org/firearms/20200527_soldiers_shoot_holes_in_water_tanks_at_kafr_qadum

Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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