Facebook disabilita gli account di editor palestinesi.

Aggiornamento con importanti novità 25 settembre 2016: Facebook chiede scusa.

 

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Quds dice che la disattivazione degli account dei suoi redattori è parte di una campagna, da parte di Facebook, contro le pagine palestinesi.

Ali Abunimah, Media Watch, 23 September 2016

Editor di due delle pubblicazioni online palestinesi più lette hanno avuto i loro account Facebook disabilitati.

Gli amministratori delle pagine Facebook di Quds, con più di cinque milioni di “likes”, e Shehab News Agency, con più di sei milioni, venerdì si sono ritrovati a non poter accedere ai loro account.

Ezz al-Din al-Akhras, un supervisore di Quds, ha detto a The Electronic Intifada che verso le 14:00 tre degli editor della pubblicazione hanno trovato i loro account disabilitati.

La stessa cosa è successa a cinque editor della Shehab News Agency, ha riferito a The Electronic Intifada un editor di news della pubblicazione.

Entrambe le organizzazioni stanno ancora pubblicando su Facebook, così come alcuni editor possono ancora accedere ai loro account.

Censura

Quds fornisce questa schermata che mostra quello che è successo quando uno dei loro adminstrator ha provato ad accedere al suo account Facebook.

Entrambi i siti credono che le sospensioni siano direttamente correlate a un accordo esistente tra Facebook e il governo israeliano per collaborare nel monitoraggio di ciò che Israele sostiene essere una fonte di “incitamento” da parte dei palestinesi.

“Gli sforzi congiunti di Facebook e Israele nel censurare, inutile dirlo, saranno diretti contro arabi, musulmani e palestinesi che si oppongono all’occupazione israeliana”, scrisse sull’accordo all’inizio di questo mese The Intercept di Glenn Greenwald.

“Non ci sono state spiegate le ragioni della chiusura degli account”, ha detto ‘al-Akhras di Quds. “Crediamo che questo sia il risultato dell’accordo tra Israele e Facebook. E’ molto strano che Facebook abbia preso parte a tale accordo, dato che si suppone sia una piattaforma per la libera espressione ed il giornalismo.“

Al-Akhras ha detto che è particolarmente sconcertante il fatto che Facebook abbia intrapreso questa azione visto che Quds è nata nel 2011 avendo come unica piattaforma quella su Facebook.

Ha solo lanciato il proprio sito web e poi, in seguito, ha iniziato ad usare altre piattaforme di social media.

“Abbiamo imparato che cosa siano il giornalismo e la libertà di espressione utilizzando Facebook,” ha detto al-Akhras, aggiungendo che Quds è stata la prima pubblicazione palestinese a usare sistematicamente la piattaforma per raccogliere notizie e verificare avvenimenti in tutta la Palestina.

I suoi report, in genere accompagnati da foto e video, sono spesso citati da The Electronic Intifada.

Mettere in carcere giornalisti

Nel corso dell’ultimo anno, Israele ha cercato di imputare un aumento degli scontri tra palestinesi della Cisgiordania occupata, da un lato, ed i suoi soldati e coloni, dall’altro, all'”incitamento” sui social media.

Ha messo in carcere un certo numero di palestinesi, tra cui giornalisti, per pubblicazione di notizie e la critica all’occupazione israeliana su Facebook.

La giornalista palestinese Samah Dweik è stata rilasciata lunedì, dopo sei mesi di carcere per presunto incitamento su Facebook.

In luglio, il gruppo Shurat HaDin di guerra legalista collegato al Mossad ha intentato una causa per 1 miliardo di dollari contro Facebook, sostenendo che la società serve da piattaforma per quelli che Israele chiama “gruppi terroristici”.

Come ha osservato Greenwald, tuttavia, gli obiettivi non sono stati “terroristi”, ma giornalisti.

L’editor di Shehab ha detto che la campagna di censura probabilmente è soltanto all’inizio e che non sarebbe sorpreso se nei prossimi giorni dovessero essere presi di mira molti altri giornalisti palestinesi e organizzazioni di informazione.

‘al-Akhras di Quds ha detto che l’azione di Facebook non è una faccenda solo per palestinesi, ma danneggia la libertà di parola a livello globale.

“Si comunica, così, a qualsiasi regime repressivo di poter fare affidamento su Facebook per spegnere i media”, ha detto.

 

Una richiesta di commento è stato inviata a Facebook.

 

Aggiornamento con importanti novità 25 settembre 2016: Facebook chiede scusa.

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Ali Abunimah, Media Watch, 24 September 2016

Facebook si scusa per aver disabilitato gli account dei giornalisti palestinesi.

Facebook dice di aver fatto un errore nel disattivare gli account dei giornalisti che amministrano le pagine di due delle pubblicazioni palestinesi più lette su Internet.

“Le pagine sono stati rimosse per errore e ripristinate non appena siamo stati in in grado di prendere in esame la cosa”, ha detto un portavoce di Facebook a The Electronic Intifada. “Il nostro team elabora milioni di report ogni settimana e capita a volte di sbagliare. Siamo molto spiacenti per questo errore.”

The Electronic Intifada capisce che gli account sono stati sospesi dopo essere stati segnalati per violazioni degli “standard comunitari” di Facebook. Ma una volta fatte le indagini senza trovare violazioni sono stati ripristinati.

 

 

Trad. Simonetta Lambertini – Invictapalestina

Fonte: https://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/facebook-disables-accounts-palestinian-editors

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