Come Israele e i suoi sostenitori lavorano per censurare Internet (terza parte)

Foto di gruppo dei partecipanti alla formazione Act.il, App specifica per coordinare gli interventi pro israele sui social network

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di Alison Weir, 8 marzo 2018

 

Missioni sui social media per Israele

 

 

Nel 2017 è stato lanciato un altro progetto che prende di mira piattaforme Internet. Conosciuto come Act.il, il progetto utilizza un’applicazione software che “sfrutta il potere delle comunità per supportare Israele con attività online organizzate”.

Il software è una joint venture di tre gruppi: Israel’s IDC University, Israeli American Council, che lavora per ‘organizzare e attivare’ il mezzo milione di israeliani-americani che vivono negli Stati Uniti e un altro gruppo americano chiamato Maccabee Task Force, creato per combattere il boicottaggio internazionale di Israele, che definisce ‘un movimento antisemita’. Maccabee afferma di essere un “laser concentrato su una missione pricipale – garantire che coloro che cercano di delegittimare Israele e demonizzare il popolo ebraico siano affrontati, combattuti e sconfitti”.

Immagine dal rapporto di fine anno di Maccabee.

Inoltre, il progetto è supportato dal Ministero degli Affari strategici di Israele e dalla comunità di intelligence israeliana. Il suo amministratore delegato è un veterano con otto anni di intelligence nell’esercito israeliano.

Il Jerusalem Post israeliano riporta che Act.il è “un’app di movimento popolare su larga scala che consente alle persone di combattere il BDS nel palmo della propria mano” o, come vedremo, dai computer pubblici negli Stati Uniti.

“Act.il è molto più di un app,” spiega l’articolo del Post. “È una campagna che attinge alla conoscenza collettiva degli studenti della IDC University che insieme parlano 35 lingue, provengono da 86 paesi e hanno collegamenti con la comunità filo-israeliana in tutto il mondo”.

L’articolo afferma: “Una piattaforma come Act.il offre all’ebraismo mondiale un’opportunità per combattere per qualcosa a cui la maggioranza tiene: Israele.” (Ignorando il fatto che ci sono molti individui ebrei che si oppongono alle politiche israeliane).

Partigiani israeliani di tutto il mondo scaricano l’app e poi, “in questa sala operativa virtuale di esperti, rilevano casi in cui Israele viene attaccato online e programmano l’app per trovare le missioni che possono essere svolte premendo un pulsante”.

Un organizzatore osserva: “Quando lavori insieme, con gli stessi obiettivi e valori, puoi essere incredibilmente potente nel panorama dei social media”.

 

Alcune missioni chiedono agli utenti di segnalare video. Funzionari del governo israeliano affermano che l’app Act.il “è più efficace delle richieste ufficiali del governo di rimuovere quei video dalle piattaforme online”.

Il progetto è guidato da ex ufficiali dei servizi segreti israeliani ed è in stretta relazione con il miliardario dei casinò americano Sheldon Adelson. Un altro finanziatore è la Paul R. Singer Foundation, finanziata dal miliardario repubblicano degli hedge fund.

Forward chiama Act.il una new entry nella ‘guerra di propaganda online’ che “ha migliaia di volontari, per lo più statunitensi, che possono essere guidati da Israele su una miriade di social media”.

Secondo Forward, “Il suo lavoro finora offre uno sguardo sorprendente su come si potrebbero modellare conversazioni online su Israele senza che mai appaia la sua mano”.

Forward riferisce: “Act.il dice che la sua applicazione ha al momento 12.000 iscrizioni e 6.000 utenti regolari. Gli utenti si trovano in tutto il mondo, anche se la maggior parte di loro sembra essere negli Stati Uniti. Gli utenti ottengono “punti” per le missioni completate; utenti di alto livello completano cinque o sei missioni al giorno. I migliori utenti vincono premi: una lettera di congratulazioni di un ministro del governo o una bambola di David Ben-Gurion, il primo ministro fondatore di Israele.”

 

Foto di gruppo dei partecipanti alla formazione Act.il

 

L’amministratore delegato di Act.il, un ufficiale veterano dell’intelligence israeliana, ha detto che l’esercito israeliano e il suo servizio di intelligence interna “chiedono ‘l’aiuto’ di Act.il per ottenere servizi, come succede con Facebook, per rimuovere video specifici che incitano alla violenza contro ebrei o israeliani”. Questo secondo l’articolo di Forward.

L’ufficiale in seguito ha cercato di fare marcia indietro sulla sua dichiarazione, “dicendo che lo Shin Bet [servizio di intelligence] e l’esercito non chiedono aiuto su video specifici, ma sono regolarmente in contatto informale con Act.il. Ha detto che lo staff di Act.il è in gran parte composto da ex ufficiali dei servizi segreti israeliani.”

Ragazzi nei JCC (Jewish Community Center ) americani compiono missioni assegnate da Israele

 

New Jersey “Media Room”, un progetto di IAC (Israeli American Council) New Jersey in collaborazione con Act.il.

 

Il progetto recluta adolescenti e adulti ebrei e talvolta opera fuori dai locali centri della comunità ebraica, afferma Forward. Il giornale riporta un esempio:

“La dozzina di israeliani seduti attorno a un tavolo da conferenza in un centro della comunità ebraica a Tenafly, nel New Jersey, in un recente mercoledì notte non sembrava l’avanguardia di una nuova campagna di propaganda online organizzata dal governo israeliano.

“Picchiettando sui laptop, il gruppo di studenti delle scuole superiori e i loro mentori adulti hanno completato le ‘missioni’ sui social media assegnate da un quartier generale a Herzliya, in Israele.”

Oltre alla ‘media room’ di Tenafly, un’altra a Boston opera in collaborazione con la Combined Jewish Philanthropies of Greater Boston. Ci sono anche sessioni regolari di tirocinio-promozione di Act.il presso la Frisch School, una scuola privata ebraica a Paramas, nel New Jersey. Da quanto riferito, altre ‘media room’ sono in fase di realizzazione, mentre una aprirà prossimamente a Manhattan ospitata dalla Paul R. Singer Foundation.

 

Forward riporta: “A novembre, la media room di Boston ha creato una missione per l’app che chiedeva agli utenti di mandare email a una chiesa della zona di Boston per lamentarsi della proiezione di un documentario critico verso Israele. Il testo proposto dell’email paragona la proiezione del film alla sommossa bianca di suprematismo a Charlottesville, in Virginia, e chiama il narratore del film, il frontman dei Pink Floyd Roger Waters, un ‘noto antisemita’.”

 

Foto della Boston Media Room pubblicata da Combined Jewish Philanthropies of Greater Boston, che recita: “Gli ambasciatori della Media Room sono studenti e mentori adulti che vengono preparati con conoscenze, abilità e strumenti per influenzare positivamente il discorso pubblico sviluppando campagne social mediatiche filo-israeliane“.

Secondo Forward, Act.il produce anche “contenuti web pro-Israele senza logo. Distribuisce quei contenuti ad altri gruppi filo-israeliani, inclusa la fraternità ebraica, finanziata da Adelson, Alpha Epsilon Pi e The Israel Project, che li incanalano verso i propri feed sui social media”.

Forward prevede: “Le iniziative nel cyberspazio sembrano destinate ad aumentare”.

Screenshot del video che promuove il progetto, pubblicato sul sito web Combined Jewish Philanthropies of Greater Boston.

 

Media israeliani riferiscono che l’esercito israeliano “ha iniziato a setacciare comunità ebraiche all’estero per trovare giovani informatici prodigio” da reclutare nei propri ranghi.

Un funzionario israeliano ha descritto il processo: “Il nostro primo mandato è quello di cercare comunità ebraiche all’estero con ragazzi che potrebbero qualificarsi, poi nostri rappresentanti andranno nelle comunità e inizieranno il processo di screening lì”.

 

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina

Fonte: https://israelpalestinenews.org/israel-partisans-work-censor-internet/

 

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