Un documento classificato rivela che l’IDF ha istituito le “Zone di Tiro” per assegnare la terra ai coloni

In una riunione segreta tenutasi nel 1979, rivelata qui per la prima volta, l’allora Ministro dell’Agricoltura Ariel Sharon spiegò che le Zone di Tiro  (Poligoni militari per esercitazioni di combattimento) avevano lo scopo di creare “riserve di terra” per gli insediamenti, come parte del suo più ampio piano di stabilire “confini etnici” tra ebrei e palestinesi.

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Di Yuval Abraham – 11 luglio 2022

Immagine di copertina: Un ragazzo palestinese su un asino guarda i veicoli dell’esercito israeliano mentre parcheggiano durante un addestramento militare israeliano nella valle del Giordano settentrionale, in Cisgiordania, l’8 dicembre 2016. (Keren Manor/Activestills)

Un documento mai visto prima rivela che Israele ha creato “Zone di tiro militari” nella Cisgiordania occupata come meccanismo per trasferire la terra agli insediamenti. Quelle zone di tiro, che a prima vista erano state istituite ai fini dell’addestramento militare, facevano parte di una strategia più ampia per creare un “confine etnico” tra ebrei e palestinesi.

Secondo il verbale di un incontro “segreto” del 1979 della Divisione degli Insediamenti dell’Organizzazione Sionista Mondiale, che lavora in concomitanza con il governo israeliano, l’allora Ministro dell’Agricoltura Ariel Sharon spiegò di aver istituito Zone di Tiro in tutta la Cisgiordania al solo scopo di consegnare  la terra ai coloni israeliani.

” Le Zone di Tiro militari nel 1967, erano tutte destinate a uno scopo: fornire un’opportunità per l’insediamento ebraico nell’area”, disse Sharon durante l’incontro. “Non appena la Guerra dei Sei Giorni finì, ero ancora fermo con la mia divisione nel Sinai. Ero nel Sinai quando progettai queste zone. Le Zone di Tiro sono state istituite per uno scopo: riserve di terra per gli insediamenti”.

40 anni dopo, le osservazioni di Sharon hanno effetti di vasta portata, poiché migliaia di palestinesi a Masafer Yatta, nelle colline a Sud di Hebron e nella Valle del Giordano, sono attualmente sotto diretta minaccia di espulsione dopo che la loro terra è stata dichiarata Zona di Tiro militare.

La Divisione degli Insediamenti si era riunita per discutere la creazione di insediamenti nelle aree delimitate dalle Zone di Tiro nella Valle del Giordano, che erano quindi chiuse ai palestinesi. Sharon spiegò di aver fissato i confini di queste aree sin dall’inizio e ordinò  il trasferimento delle basi militari in Cisgiordania in modo che la terra fosse sequestrata a fini di insediamento.

Ariel Sharon mentre lavora nella sua fattoria, nel deserto del Negev, il 27 settembre 1993. (Gideon Markowicz/Flash90)

Sharon sarebbe diventato ancora più esplicito sui suoi piani per le Zone di Tiro. Solo due anni dopo, durante un altro incontro della Divisione degli Insediamenti, il Ministro affermò che la Zona di Tiro 918 era stata istituita in cima a Masafer Yatta per fermare la “diffusione degli abitanti dei villaggi arabi sul fianco della montagna verso il deserto”. A maggio, l’Alta Corte israeliana ha dato il via libera all’espulsione di oltre 1.000 palestinesi da otto villaggi di Masafer Yatta per consentire all’esercito di addestrarsi nell’area.

All’udienza dell’Alta Corte, lo Stato ha dichiarato che la deportazione di queste comunità, i cui residenti affermano essere lì almeno dalla fine del 19° secolo, è necessaria per l’addestramento. La scorsa settimana, l’esercito ha iniziato a inviare carri armati, sparare proiettili di artiglieria e posizionare mine vicino alle case del villaggio.

Protezione delle periferie ebraiche

Due ulteriori documenti portati alla luce fanno chiarezza sulla motivazione politica alla base della creazione di insediamenti e dell’istituzione di Zone di Tiro nelle colline a Sud di Hebron. Secondo Sharon, si è cercato di creare una “zona cuscinetto” tra i cittadini beduini di Israele nel Negev/Naqab e i residenti palestinesi della Cisgiordania meridionale, dove si trova Masafer Yatta.

“Esiste un fenomeno, in corso da diversi anni, di contiguità fisica tra la popolazione araba del Negev e gli arabi del monte Hebron. Si è creata una situazione in cui il confine della terra di proprietà araba si è allargato nel nostro territorio”, disse Sharon al comitato nel gennaio 1981. “Dobbiamo creare rapidamente una zona cuscinetto per gli insediamenti che separerà il monte Hebron e la comunità ebraica nel Negev. Sharon è arrivato persino a definire questa zona cuscinetto come un “confine etnico” che impedirà ai palestinesi della Cisgiordania di raggiungere la “periferia di Be’er Sheva”.

I residenti palestinesi del villaggio di Al-Majaz osservano l’addestramento dei carri armati israeliani nell’area di Masafer Yatta, nella Cisgiordania meridionale, il 21 giugno 2022. (Oren Ziv)

I protocolli di una riunione del 1980 rivelano che Sharon  ritornò  sulla stessa questione: “A Hura (una cittadina beduina nel Negev/Naqab) c’è una comunità araba in crescita di migliaia di persone. Questa comunità ha contatti con la popolazione araba delle colline a Sud di Hebron. Pertanto, il confine passerà praticamente nelle vicinanze di Be’er Sheva, vicino a Omer (una ricca città del Negev-Naqab). Supponiamo che si voglia incrementare con altre decine di migliaia di ebrei Dimona o Arad (due città della classe operaia nel Sud di Israele). Come si colmerà questo divario? Come si farà a creare una separazione tra i beduini nel Negev e gli arabi delle colline meridionali di Hebron?

Sharon avrebbe presto ricevuto una risposta alla sua domanda. Quell’anno, Israele dichiarò 30.000 dunam/Km2 (7.500 acri) di terra nella punta meridionale della Cisgiordania, Zona di Tiro militare. Come Sharon aveva chiaro, queste zone furono istituite come confini etnici: a Sud delle zone militari c’erano dozzine di villaggi beduini non riconosciuti all’interno di Israele, mentre a Nord e ad Ovest c’erano le città palestinesi e le cittadine delle colline a Sud di Hebron. All’interno della zona militare  rimasero  le migliaia di palestinesi che ora devono affrontare il trasferimento forzato.

Durante queste discussioni, Sharon ordinò persino la creazione di nuovi insediamenti ebraici nel Negev-Naqab, come Meitar, così come nelle colline occupate a Sud di Hebron, come Maon e Susiya, che avrebbero fatto parte della stessa zona cuscinetto.

Per Sharon, come molti altri leader israeliani, la nozione stessa di territorio arabo contiguo era una minaccia diretta alle ambizioni dello Stato di controllare quanta più terra possibile su entrambi i lati della Linea Verde. Ancora oggi, l’insediamento ebraico in Cisgiordania e il Negev/Naqab rimangono una parte cruciale della strategia di controllo di Israele.

Un segreto di Pulcinella

Secondo un rapporto di Kerem Navot, un’organizzazione che tiene traccia degli insediamenti nella Cisgiordania occupata, nel 2015 circa il 17% della Cisgiordania è stato designato parte di varie Zone di Tiro militari, in particolare nella Valle del Giordano, nelle colline a Sud di Hebron e lungo il confine orientale con la Giordania. La maggior parte di queste designazioni furono fatte immediatamente dopo l’occupazione della Cisgiordania nel 1967 e all’inizio degli anni ’70. Secondo il rapporto, l’esercito utilizza solo il 20% circa di queste zone per l’addestramento.

Alcuni esempi recenti mostrano che Israele si sta spingendo ancora più in là delle barriere etniche di Sharon tra ebrei e palestinesi. Oggi, i palestinesi in tutta la Cisgiordania vengono espulsi dalle Zone di Tiro, mentre i coloni stanno lentamente prendendo il loro posto.

Soldati israeliani e agenti di polizia di frontiera sorvegliano l’avamposto agricolo di Havat Ma’on, durante una visita di solidarietà e un convoglio d’acqua di attivisti di sinistra sulle colline a Sud di Hebron, in Cisgiordania, il 2 ottobre 2021. (Keren Manor/Activestills)

Nell’ultimo decennio, ad esempio, i coloni hanno stabilito 66 cosiddetti avamposti agricoli, che occupano enormi appezzamenti di terra in Cisgiordania, nonostante abbiano pochi residenti. Circa un terzo di quel territorio, 83.000 dunam/Km2 (205.000 acri), di cui i coloni si sono impossessati attraverso il pascolo, si trovano all’interno di Zone di Tiro militari. Queste aree, almeno sulla carta, dovrebbero essere interdette sia per gli ebrei che per i palestinesi. I soldati israeliani nella Valle del Giordano hanno persino ammesso apertamente che consentono ai coloni di utilizzare le Zone di Tiro, mentre vietano ai palestinesi di fare lo stesso.

Dror Etkes, a capo di Kerem Navot, ha detto che c’è stato un aumento significativo delle acquisizioni di coloni nelle Zone di Tiro negli ultimi anni. “Questa è la logica evoluzione delle cose che Ariel Sharon fece 55 anni fa. Gli avamposti delle fattorie sono stati progettati in modo tale da consentire loro di occupare vaste aree di pascolo, che nell’agosto del 1967 erano state dichiarate Zone di Tiro militare”, ha affermato Etkes.

Questo meccanismo sta funzionando a pieno ritmo nelle colline del Sud di Hebron. L’anno scorso, la Divisione di Insediamento ha assegnato un terreno nella Zona di Tiro 918 a uno dei coloni che vivono nelle vicinanze. Le foto aeree mostrano che nell’area interessata sono state costruite nuove strutture appartenenti a tre avamposti: Mitzpe Yair, Avigayil e Havat Ma’on, stabiliti nell’area nel 2000. L’anno scorso, i coloni hanno persino cercato di stabilire un nuovissimo avamposto direttamente all’interno della Zona di Tiro.

Che le Zone di Tiro siano utilizzate per rafforzare il progetto di insediamento e l’espropriazione della popolazione nativa dei territori occupati è, ormai, un segreto di Pulcinella, e tutti sono coinvolti, eccetto i palestinesi.

Yuval Abraham è un giornalista e attivista residente a Gerusalemme.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org