COVID-19: Le basi sioniste che sostengono la violenta repressione di Israele sugli ebrei Haredi

La lunga campagna del governo israeliano volta a secolarizzare con la forza gli ebrei ultra-ortodossi di Israele li ha resi particolarmente vulnerabili al coronavirus.

Fonte – English version

Di Miko Peled – 9 Aprile 2020

In una conversazione che ho avuto con il rabbino Yaakov Shapiro per un imminente episodio del podcast di Miko Peled, il rabbino Shapiro ha definito gli ebrei sionisti “adoratori di idoli”.

“Non hanno acquisito questi valori, di usare le armi e rubare la terra palestinese, dal giudaismo,” ha detto. Ha spiegato che gli ebrei nel corso della storia sono rimasti in disparte, hanno evitato la violenza e la guerra e, di fatto, sono interdetti per decreto celeste dalla sovranità sulla Terra Santa. “Stabilire la sovranità in Terra Santa, dalla quale siamo stati espulsi dall’Onnipotente”, ha spiegato, è un peccato terribile.

Vi sono, tuttavia, ebrei ultra-ortodossi (Haredi) che vivono in Terra Santa e respingono del tutto il sionismo e lo Stato di Israele. “Io sto con loro”, ha detto il rabbino Shapiro.

Gli Ebrei ultraortodossi e Israele

Negli Stati Uniti, di solito non si sente molto parlare della comunità ultra-ortodossa che vive in Israele. Storicamente, c’è sempre stata una piccola comunità ebraica osservante in Palestina. Fu soprattutto una comunità di persone povere che si trasferì per studiare la Torah e godersi la santità della terra. C’erano piccole comunità a Hebron, Tabaria e Safad e, naturalmente, nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Nel diciannovesimo secolo, alcuni ebrei di Gerusalemme si trasferirono fuori dalla Città Vecchia in quartieri che furono costruiti per loro da ricchi benefattori ebrei provenienti dall’Europa. Quando il sionismo è emerso in Europa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, l’intero mondo ebraico ultraortodosso si è opposto nei termini più forti possibili. Per tutto il ventesimo secolo, fino al momento in cui Israele fu fondata, i rappresentanti della comunità ultra-ortodossa in Palestina avevano chiesto di non far parte dello stato di Israele.

Ebrei ultra-ortodossi protestano contro Israele di fronte alle Nazioni Unite durante la 73a sessione dell’Assemblea Generale, il 27 settembre 2018, a New York. Andres Kudacki | AP

Dal momento in cui è stato istituito, e fino ad oggi, lo stato di Israele investe enormi sforzi e risorse per convincere gli ebrei ultra-ortodossi ad accettare il sionismo. Israele fa tutto il possibile per secolarizzare questa comunità. Questi sforzi hanno portato alla creazione di un gruppo religioso nazionale visto dagli  Haredi  come eretico. Ha anche creato un gruppo di ebrei Haredi che non accettano la legittimità dello stato ma che hanno optato per ragioni pratiche di lavorare con esso e al suo interno. Entrambi questi gruppi hanno rappresentanti nella Knesset israeliana.

Il prezzo che il governo israeliano paga per convincere i gruppi Haredi a lavorare con esso costa molti milioni di dollari versati per gli istituti di istruzione Haredi. “È come un pescatore con un verme sull’amo”, spiega il rabbino Shapiro, “e la comunità Haredi, come un pesce intelligente, sta cercando di catturare il verme senza mordere l’amo”.

Il verme è il finanziamento, l’amo è il sionismo, l’obiettivo è la modifica alla loro educazione religiosa.

Per tutto il ventesimo secolo, mentre “Israele” veniva definito come un’identità laica virile, veniva coltivato un profondo risentimento verso la comunità Haredi. Rappresentavano i vecchi ebrei in esilio che andavano al macello come pecore. Posso attestare il fatto che crescendo come   israeliano si apprende molto presto che ci sono due gruppi di persone che uno dovrebbe odiare: gli arabi e gli ebrei Haredi.

Nel suo libro “Veri ebrei, laici contro Ultra-ortodossi e la lotta per l’identità ebraica in Israele” Noah Efron descrive dettagliatamente quanto profondamente gli israeliani profani odiano gli ebrei ultra-ortodossi. Tuttavia, si farebbe bene a ricordare che la comunità Haredi ha preceduto la fondazione di Israele.

Profonda sfiducia

Per gli ebrei Haredi che vivono in Israele, una visita delle autorità preannuncia cattive notizie. Le istituzioni statali li hanno perseguitati e hanno cercato di secolarizzarli in ogni modo immaginabile. Di gran lunga l’elemento più intrusivo nella loro vita è la leva obbligatoria che è imposta dalla legge israeliana e significa che ogni uomo e donna di età superiore ai 18 anni deve prestare servizio militare. I giovani uomini e donne Haredi preferirebbero essere arrestati e persino morire, piuttosto che essere arruolati.

Non si può immaginare un ambiente meno religioso, meno devoto, meno attento e più promiscuo dell’esercito. Gli ebrei Haredi hanno sempre respinto la leva e questo è motivo di incursioni della polizia e arresti di questi giovani che, naturalmente, provocano rabbia e frustrazione nella comunità. Il rifiuto dell’arruolamento da parte della comunità è il risultato di molte questioni, non ultimo il fatto che il loro stile di vita è, senza compromessi, religioso, non possono portare armi e rifiutano fondamentalmente lo Stato.

Un ragazzo ebreo ultraortodosso viene spinto dalla polizia israeliana nel quartiere Meah She’arim di Gerusalemme. Mahmoud Illean | AP

Un recente rapporto dell’NPR ha documentato le condizioni all’interno della comunità Haredi nel contesto dell’epidemia di Coronavirus. I membri della comunità Haredi vivono in condizioni affollate e molto umili in città e quartieri abitati esclusivamente dalla loro comunità. Molti  non parlano l’ebraico, che considerano un linguaggio sacro usato solo nella preghiera e nel riti, e invece usano lo yiddish, che è la lingua parlata dagli ebrei in Europa. Tuttavia, anche se la comunità Haredi in Israele costituisce oltre il 10% della popolazione, Israele non offre informazioni ufficiali in yiddish.

Con pochissime eccezioni, gli ebrei Haredi non possiedono la televisione, non ascoltano la radio e non possiedono computer o smartphone. Ciò che si trova visualizzato in televisione e online viola le rigide leggi di modestia che gli ebrei Haredi osservano, e quindi scelgono di vivere senza di essi. Questo significa che non hanno accesso alle informazioni comuni ad  altre persone, sanno molto poco del mondo esterno a parte le informazioni  che ricevono dai loro rabbini e dalle loro organizzazioni sociali .

Incolpare le vittime

L’opinione pubblica e la stampa israeliana hanno addossato molte colpe alla comunità Haredi, sostenendo che non hanno agito abbastanza rapidamente per fermare la diffusione del virus. Ci sono affermazioni che la loro “arretratezza” ha ostacolato un’azione efficace. Tuttavia, come mi ha scritto un amico Haredi di Gerusalemme, “a New York, il tasso di infezione tra Charedim (Haredi) a Williamsburg, Brooklyn, è lo stesso di quello di altre affollate comunità non ebraiche come East New York. Le cause sono la povertà e l’affollamento, non la pratica religiosa ebraica o il  comportamento sbagliato degli Haredi .”

Il mio amico continua, “perché gli Haredi sono poveri e ammassati insieme? In gran parte a causa del sionismo, perché l’esenzione dall’arruolamento vieta qualsiasi impiego, in modo che i giovani non possano lavorare anche se lo desiderano.” Il disegno di legge consente agli uomini Haredi di rinviare il servizio di leva fintanto che rimangono nella yeshiva per studiare a tempo pieno e non vanno al lavoro. Questa restrizione mette a dura prova le famiglie e la comunità nel suo insieme.

Il mio amico, che ha chiesto di rimanere anonimo, e che chiamerò Moishe, ha confermato che il governo israeliano “fa affidamento su Internet e messaggistica per educare i cittadini e che la maggior parte degli Haredim non hanno nessun accesso a queste tecnologie, in particolare quelli di Bene Brak e Meah She’arim. ” La prima è una città completamente Haredi e il secondo è un quartiere Haredi a Gerusalemme. “Non vedo quasi nulla nel mio quartiere in termini di istruzione”, dice Moishe. “Nessuno è in giro a parlare con noi. Non ci sono avvisi alle nostre porte. Niente.”

Sempre secondo Moishe, “La maggior parte della gente qui è stata molto attenta. Mascherine, guanti, preghiera in casa, distanziamento” e comunque la polizia ha aggredito un gruppo di donne che erano in fila fuori dal negozio di alimentari perché erano troppo vicine. Come al solito, la polizia è aggressiva, urlava, puntava le torce negli occhi delle persone. “C’erano anche dei bambini. È stato brutto ”conclude Moishe.

Un ebreo ultraortodosso coperto  di scialle  in un negozio   a Bnei Brak, Israele, 8 aprile 2020. Oded Balilty | AP

In un altro episodio raccontato da Moishe, “questo Shabbat, la polizia israeliana della Gestapo, ha spaccato la testa di un uomo che stava pregando all’aperto”. L’uomo non voleva interrompersi nel mezzo delle preghiere “e sapete cosa succede quando non si obbedisce perfettamente alla Gestapo”. È stato portato in ospedale e ha avuto bisogno di un’operazione. “Al contrario, la polizia di New York ha interrotto un funerale facendo lampeggiare le loro sirene. Nessuna testa rotta come in Israele.

Non è raro sentire gli ebrei Haredi riferirsi alla polizia e ai militari israeliani come Gestapo o Nazisti. Anche se questo tipo di linguaggio è duro, se si considera la storia delle relazioni tra questa comunità e le istituzioni statali, in particolare per la polizia israeliana, non è del tutto sorprendente che venga usato un linguaggio simile. Poche persone all’esterno hanno assistito alla violenza con cui la polizia israeliana tratta questa comunità. La polizia usa enormi cavalli antisommossa calpestando intenzionalmente le persone, ci sono casi di pestaggi orribili, vengono utilizzati idranti, granate stordenti e arresti violenti.

Avvicinamento?

Nella Palestina pre-sionista, la comunità Haredi aveva eccellenti rapporti con i suoi vicini palestinesi. Condividevano valori simili e vivevano modestamente, fianco a fianco. Ciò andò in rovina una volta che il sionismo prese il controllo della Palestina e mise gli ebrei contro gli arabi. Tuttavia, di volta in volta ci sono ancora segni che questa naturale alleanza storica possa essere ancora viva.

Israel Frei, un giornalista Haredi che scrive in ebraico, ha recentemente scritto su casi in cui i palestinesi avevano cercato di sostenere le comunità   Haredi. Conclude il suo pezzo con una citazione di Abdel Karim Azzam, membro del Consiglio di emergenza del movimento islamico:

“È inconcepibile pensare che il Coronavirus non abbatterà i muri tra le persone”.

Anzi, mi piacerebbe pensarlo.

Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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