I miei due Genocidi

Nella mia vita, sono stato coinvolto in due Genocidi. Il primo è stato quando sono sopravvissuto all’Olocausto nella Seconda Guerra Mondiale. Il secondo è il Genocidio di Gaza, che viene perpetrato in mio nome e che sfrutta la mia storia per giustificare lo Sterminio.

Fonte: English  version

Di Jacob Boas – 19 gennaio 2025 

Immagine di copertina: palestinesi seppelliscono i corpi di 48 palestinesi, consegnati dall’esercito israeliano attraverso il valico di frontiera di Kerem Shalom, in una fossa comune nella città di Rafah, il 7 marzo 2024. (Foto: © Mohammed Talatene/dpa tramite ZUMA Press APA Images)

Sono coinvolto in due Genocidi: il primo, l’Olocausto, ha avuto luogo luogo in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale; il secondo, nella Gaza Occupata, innescato dall’assalto di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023. Sono venuto al mondo il 1° novembre 1943. Luogo di nascita: il Campo di Westerbork, un campo di transito nel Nord-Est dell’Olanda. A quel tempo, circa 100.000 ebrei olandesi e diverse centinaia di Sinti e Rom erano stati deportati nei Campi di Sterminio in Polonia. Sono una vittima di quel Genocidio, né autore né spettatore. Quanto a Gaza, lì sono complice, se non altro perché lo Sterminio di 6.000.000 di ebrei europei, tra cui 1,5 milioni di bambini, serve da copertura per il Genocidio in corso nell’Asia Occidentale. In altre parole: “Gaza” è il primo Genocidio compiuto in mio nome.

Il detto spesso citato del filosofo, scrittore, poeta e saggista, rappresentante del cosiddetto realismo critico George Santayana, secondo cui coloro che non imparano dalla storia sono condannati a ripeterla presuppone che possiamo imparare dalla storia, a patto che ci impegniamo. “La storia insegna ma non ha allievi”, piuttosto la formulazione concisa di Ingeborg Bachmann, poetessa, scrittrice e giornalista austriaca, è più appropriata. E tuttavia, la “Memoria” mi ha reso uno storico, uno storico dell’Olocausto, in dovere di registrare, archiviare e conservare. Tra il 1996 e il 1998, ho diretto il Centro di Ricerca sull’Olocausto dell’Oregon quando si trovava presso l’Università Pacific di Forest Grove. Non mi facevo illusioni sulla capacità umana di fare il peggio, ma nonostante ciò ho perseverato in quella che sapevo essere un’impresa donchisciottesca nella convinzione che gli scritti e l’insegnamento potessero fare del bene dopo tutto.

Ma ora mi sento usato. La stessa Memoria che è stata la mia vita è stata usata per perpetrare un Genocidio. Sono inorridito dal silenzio dei centri e dei musei dell’Olocausto ovunque, dall’armamento dell’antisemitismo e da altre forme di brutale intimidazione. Inorridito dalla fatiscenza morale degli Stati Uniti, principale fornitore di armi di Israele e co-promotore del Genocidio, sostenuto da vassalli europei come Germania, Olanda e Francia, Paesi che come il loro signore feudale hanno sangue Genocida e Coloniale sulle mani. Le radicate inclinazioni allo Sterminio sono dure a morire. Non molto tempo fa, gli olandesi e i francesi fecero la loro parte nell’aiutare i Nazisti a portare a termine le procedure di distruzione. Al suo processo a Gerusalemme, lo Zar delle deportazioni Adolf Eichmann riferì che il compito di rendere i Paesi Bassi Judenrein: “liberi dagli ebrei”, non era mai stato un problema. “Troppi funzionari hanno eseguito i dettami dell’Occupante”, ha riconosciuto l’allora Primo Ministro olandese Mark Rutte nel 2020 alla commemorazione dell’Olocausto della nazione. In Francia, la deportazione di massa degli ebrei nelle camere a gas è stata uno sforzo collaborativo da parte della polizia francese, dei funzionari del ministero e dei dirigenti delle ferrovie.

Inoltre, i sopravvissuti all’Olocausto come me vengono reclutati attivamente per schierarsi a sostegno di Israele.

La pubblicazione originale in yiddish di: La Notte di Elie Wiesel, era: E il Mondo Rimase in Silenzio. “Dov’era il mondo?”, ha ribadito Wiesel nel suo discorso di accettazione del Premio Nobel per la Pace.

I tedeschi hanno fatto del loro meglio per tenere nascosta la verità. “Una gloriosa pagina di storia che non sarà mai scritta”, ha dichiarato il capo delle SS Heinrich Himmler. L’inganno è stato parte integrante del processo distruttivo. La mia famiglia era stata designata per la deportazione a Theresienstadt, il cosiddetto Musterlager (Campo Modello) nel Protettorato tedesco di Boemia e Moravia. Tuttavia, non abbiamo mai lasciato l’Olanda. Nel 1944, il Comitato Internazionale della Croce Rossa, lasciandosi ingannare, ha riferito che le condizioni nel campo erano favorevoli. I tedeschi non avrebbero dovuto preoccuparsi, a quanto pare. L’attuale Genocidio a Gaza viene trasmesso in diretta tv e internet. Nei parametri della Convenzione ONU sul Genocidio del 1948, il verdetto, un caso aperto e chiuso, avrebbe dovuto essere emesso molto tempo fa. Ma finora, il clamore è stato smorzato a ogni passo dagli Stati Uniti e dai complici del Genocidio all’estero.

“Vedo nelle strade che i Gentili (non ebrei) sono felici e allegri e che niente li tocca”, scrive il sedicenne Moshe Flinker, un rifugiato ebreo olandese nascosto a Bruxelles sotto falsa identità, nel suo diario del gennaio 1943:

“È come essere in una grande sala dove molte persone si divertono e ballano, e dove ci sono anche alcune persone che non sono felici e che non ballano, e, di tanto in tanto, quest’ultime vengono portate via, condotte in un’altra stanza e strangolate. Le persone felici e danzanti nella sala non se ne preoccupano affatto. Piuttosto, sembra che questo aggiunga ulteriore gioia e raddoppi la loro felicità”.

Mentre è vero che il Genocidio di Israele non è passato inosservato, compresi i mandati di arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, è anche vero che fino ad oggi il Massacro è continuato ininterrotto, così come l’attacco frontale a coloro che si sono impegnati a stare con Gaza. Non vediamo l’ora di lasciare che sia la storia a giudicare.Lo storico Jacob Boas, residente a Portland in Oregon, è autore di sei libri. I suoi articoli e recensioni di libri sono apparsi in varie riviste negli Stati Uniti e all’estero.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

RispondiInoltra
Aggiungi reazione