I palestinesi possono solo sognare un blocco come quello israeliano 

Anche al culmine della pandemia, gli israeliani non saranno umiliati o picchiati di fronte ai loro figli o genitori. Le loro case non saranno invase nel pieno della notte, ogni notte, per effettuare una perquisizione brutale e senza motivo. Nessuno li rapirà dai loro letti.

Di Gideon Levy – 19 marzo 2020
I cieli si sono oscurati e tutto si sta stringendo intorno a noi. Solo il destino, Dio o l’architetto della storia dall’alto si stanno facendo una risata, una risata amara e ironica. L’ironia del destino. Per la prima volta, Israele sta assaggiando un po’ dell’inferno che sta dispensando da decenni ai palestinesi. Con una velocità allarmante, gli israeliani sono entrati in una realtà nota a tutti i bambini palestinesi.
Persino i termini sono stati presi in prestito dall’occupazione: Israele sta arrivando a un “blocco”, l’esercito sta confiscando gli hotel, il servizio di sicurezza Shin Bet sta prendendo il controllo dei nostri telefoni cellulari e la polizia di frontiera e i suoi checkpoint sono proprio dietro l’angolo. Non è un caso che l’analista militare di Haaretz sia stato ingaggiato per documentare l’epidemia. Tra un giorno o due Tel Aviv assomiglierà a Jenin e Israele sarà come la Striscia di Gaza. La “normalità” di Gaza diventerà una spaventosa realtà anche in Israele.
Certo, le differenze sono molte. Ciò che per noi costituisce l’apocalisse per loro sarebbe un alleggerimento del blocco, con la pandemia che incombe su tutti. Tuttavia, non possiamo non stupirci delle somiglianze. Innanzitutto, lo stato d’assedio. Gli accessi sono praticamente chiusi. Nessuno entra o esce.
Pensate a Gaza assediata per 14 anni consecutivi. Giovani che non hanno mai visto un aereo di linea, nemmeno gli adulti non sono mai stati all’interno di un aeroporto, nemmeno sognano una vacanza all’estero. Gli israeliani hanno difficoltà a vivere senza l’aeroporto Ben Gurion anche solo per un momento. I gazawi non conoscono una vita che include viaggi all’estero. Cosa sono. Come siano.
La Pasqua ebraica arriverà presto, i bambini e i loro genitori impazziranno senza le loro vacanze, i centri commerciali, le crociere, Disneyland o lo shopping sfrenato. I Gazawi non hanno idea di cosa significhi tutto ciò. Conoscono il coprifuoco, che a volte dura mesi, come durante un’intifada. Sono asserragliati in case con molti più bambini che stanze disponibili, con i carri armati fuori e la morte dentro. Immaginate la polizia di frontiera che pattuglia le strade controllando i documenti e allestendo posti di blocco.
In Israele le forze di sicurezza si comporteranno come crocerossine rispetto al loro atteggiamento criminale nei territori, e sarà comunque insopportabile per noi. È molto più facile quando l’ufficiale di polizia è un tuo connazionale e lo stato è la tua patria. Tanto è duro e irritante, a differenza, quando è straniero, invasore e occupante. Tuttavia, avremo un assaggio di come sia.
Proveremo l’Improduttività, del tempo palestinese, dove esci di casa e non sai mai quando, o se, raggiungerai la tua destinazione. Vai all’università ma non sai quando e per quanto tempo sarà aperta. Hai un lavoro, ma cerchi di raggiungerlo senza riuscirvi.
Anche la situazione economica diventerà più simile. Abbiamo già 100.000 nuovi disoccupati: persone che hanno perso il lavoro, i loro affari, il loro intero mondo. Almeno per il momento, sembra che non abbiano prospettive, che tutto sia andato in rovina. E come pagheranno le bollette e daranno da mangiare ai loro figli? Questo è così normale sotto l’occupazione, la realtà da decenni. Sentirsi inutili, vivere di espedienti per mesi, è la consuetudine nei territori occupati.
Lo Shin Bet afferma che utilizzerà “misure di monitoraggio digitali”. Ai palestinesi fa sorridere. Questo è il trattamento più umano che possa fornire il servizio di sicurezza. Lasciate pure che lo Shin Bet monitori e rintracci, basta che smetta di torturare, estorcere e abusare. Nei territori lo Shin Bet sa sempre tutto, ovunque, senza restrizioni legali. Le critiche alle violazioni della privacy in Israele possono solo divertire i palestinesi, proprio come vedere gli ufficiali del comando del fronte interno che confiscano un hotel. Quanti hotel sono stati sequestrati dall’esercito e trasformati in quartier generali nei territori occupati?
Ci saranno sempre differenze. Anche al culmine della pandemia, gli israeliani non saranno umiliati o picchiati di fronte ai loro figli o genitori. Le loro case non saranno invase nel pieno della notte, ogni notte, per effettuare una perquisizione brutale e senza motivo. Nessuno li rapirà dai loro letti.
Anche nella peggiore delle distopie non ci si può aspettare che i cecchini sparino alle ginocchia dei manifestanti israeliani per divertimento. Le nostre case non saranno bombardate o i nostri campi irrorati di veleni. È solo un assedio temporaneo, con Shin Bet intercettazioni e pattuglie della polizia di frontiera, il sogno di ogni palestinese che sogna una vita migliore.
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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