Le vittime sono morte in diverse zone di Gaza, dove i residenti si trovano ad affrontare una grave carenza di cibo, acqua pulita e medicine.
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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 11 maggio 2025
Immagine di copertina: Palestinesi aiutano un’anziana donna, mentre l’offensiva militare israeliana li costringe a fuggire dal nord di Gaza, il 10 novembre. (Belal Khaled/Anadolu/Getty Images
Territorio Palestinese – Oltre all’incessante bilancio delle vittime dei continui bombardamenti israeliani, una morte silenziosa si sta abbattendo sugli anziani e sui bambini di Gaza, in gran parte non registrata e non documentata. Questo è il risultato di condizioni di vita mortali deliberatamente imposte da Israele per sfinire la popolazione. In prima linea tra questi Crimini ci sono la fame, l’inflizione di sofferenze estreme, la privazione di cure mediche e l’imposizione di un blocco totale: tutti atti di Genocidio in corso da oltre 19 mesi.
Entrato ormai nel suo terzo mese consecutivo, l’assedio intensificato ha avuto effetti devastanti e a lungo termine, danneggiando in modo sproporzionato i più vulnerabili di Gaza. La politica sistematica di Israele mira a distruggere ogni mezzo di sopravvivenza ed eliminare qualsiasi via di fuga. Questo aggrava la catastrofe umanitaria, rendendola uno strumento centrale nell’esecuzione di una Politica Genocida.
Nella scorsa settimana, 14 anziani palestinesi sono morti in tutta Gaza per complicazioni accertate legate alla fame, alla malnutrizione e alla mancanza di cure mediche. Questi decessi sono direttamente collegati alla completa chiusura dei valichi di frontiera da parte di Israele e al divieto di ingresso nella Striscia di aiuti umanitari e beni essenziali dal 2 marzo.
Le vittime sono morte in diverse zone di Gaza, dove i residenti si trovano ad affrontare una grave carenza di cibo, acqua pulita e medicine. La Carestia si sta diffondendo, il sistema sanitario è al collasso e persino le cure mediche più elementari non sono disponibili, lasciando le persone vulnerabili, soprattutto gli anziani e le persone affette da malattie croniche, a morire in totale isolamento dal mondo esterno.
È stata documentata la morte di Musbah Abdul Raouf Abdul Ghafhour, 84 anni, a Khan Younis sabato. La sua famiglia ha riferito che le sue condizioni sono peggiorate drasticamente dopo la diagnosi di cancro allo stomaco. Non poteva essere indirizzato a cure fuori da Gaza a causa del blocco totale israeliano. Senza cure disponibili a Gaza e con la sua salute in ulteriore peggioramento a causa della malnutrizione e della mancanza di cibo adeguato, alla fine è deceduto.
La morte di Talib Sabbah Suleiman Al-Arja, 80 anni, è stata registrata martedì 7 maggio. Suo figlio, Jalal, ha raccontato: “Dopo l’inizio della guerra a Gaza e l’imposizione del soffocante assedio, mio padre ha sofferto ripetuti problemi di salute a causa della mancanza di cibo. Vivevamo in condizioni miserabili a Rafah e, quando siamo stati sfollati a Khan Younis, le sofferenze sono peggiorate. Ci mancavano persino i beni di prima necessità. Mio padre si lamentava del caldo intenso all’interno della tenda durante il giorno e degli insetti che pungevano di notte. Essendo anziano, non riusciva a sopportare la fame o la sete. Chiedeva acqua fresca da bere durante il giorno, ma non potevamo fornirgliela. Desiderava ardentemente cibi come pollo, pesce, uova e frutta, ma non c’era nulla a disposizione.” Ha aggiunto: “Recentemente ha subito un grave peggioramento della sua salute. La fame e la malnutrizione avevano lasciato il suo corpo estremamente debole e fragile, quindi lo abbiamo trasferito all’Ospedale Nasser. Dopo gli esami, i medici hanno riscontrato un’anemia acuta e una grave carenza di proteine e minerali. È rimasto in ospedale per meno di 30 ore. Il suo corpo non ha risposto ai farmaci, agli integratori o alle flebo somministrati e, alla fine, è deceduto”.
Il personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha rilevato che decine di pazienti anziani sono arrivati in ospedale, la stragrande maggioranza con diagnosi di malnutrizione acuta e anemia. Senza accesso alle cure per le loro malattie croniche, molti sono stati costretti a fare affidamento sul cibo in scatola come principale fonte di nutrimento, con un conseguente drastico peggioramento della loro salute, che in alcuni casi ha portato alla morte.
Un numero crescente di anziani, bambini e pazienti sta morendo per causa diretta del collasso dell’assistenza sanitaria, della grave malnutrizione e della fame, nel contesto del collasso sistematico del sistema sanitario di Gaza causato dal blocco israeliano. La mancanza di un meccanismo efficace all’interno del Ministero della Sanità di Gaza per monitorare tali casi fa sì che vengano spesso registrati come morti naturali, sebbene in realtà siano il risultato diretto di politiche deliberate di Carestia e della distruzione del sistema sanitario. Queste pratiche costituiscono un Modello di Uccisione intenzionale, proibito dal Diritto Internazionale Umanitario e dal Diritto Penale Internazionale.
Tali azioni costituiscono alcuni dei Crimini più gravi ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, che classifica l’omicidio volontario, inclusa la morte per fame o la negazione di cure mediche, come Crimine di Guerra e Crimine contro l’Umanità, in particolare se commesso nell’ambito di un attacco diffuso o sistematico contro i civili. Ciò è coerente con il modello di aggressione perpetrato da Israele contro i civili nella Striscia di Gaza.
Queste azioni soddisfano anche i criteri legali per il Crimine di Genocidio, che si tratti di atti di omicidio, di gravi danni fisici o mentali, o di imposizione di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica di un gruppo protetto, in tutto o in parte. Questo Crimine è in corso da oltre 19 mesi, perpetrato da Israele contro la popolazione civile di Gaza.
La crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli catastrofici. La fame non è più limitata a gruppi vulnerabili o emarginati, ma colpisce ora tutti i segmenti della società. Si è assistito a un collasso pressoché totale dei servizi pubblici essenziali e dei beni di prima necessità per la sopravvivenza, tra cui l’accesso al cibo, all’assistenza sanitaria e all’alloggio.
L’illegale blocco israeliano imposto alla Striscia di Gaza dall’inizio del Genocidio nell’ottobre 2023, accompagnato da restrizioni sistematiche e arbitrarie agli aiuti umanitari e dalla deliberata distruzione del sistema sanitario, in particolare negli ultimi settanta giorni, ha causato un deterioramento catastrofico e portato a condizioni irreversibili che hanno compromesso la salute e il benessere di oltre due milioni di persone nel territorio.
Il Meccanismo israelo-americano proposto per gli aiuti umanitari a Gaza non è altro che una nuova manovra volta a prolungare il blocco illegale e totale. Riconfeziona il Crimine di fame sotto una fuorviante veste umanitaria, legittimandone falsamente l’uso continuato come arma nel Crimine di Genocidio in corso.
Tutti gli Stati, individualmente e collettivamente, devono adempiere ai propri obblighi legali e adottare misure urgenti per fermare il Genocidio e revocare il blocco illegale su Gaza. Devono essere adottate misure immediate e concrete per proteggere i civili palestinesi, in particolare anziani e bambini.
La comunità internazionale deve agire rapidamente per revocare il blocco illegale israeliano, poiché rimane l’unica via percorribile per arrestare il crescente collasso umanitario e garantire il flusso di aiuti a Gaza. Qualsiasi ritardo nella revoca del blocco non farà che aggravare una catastrofe già incontenibile, lasciando oltre due milioni di persone ostaggio di fame, malattie e sete, private delle condizioni più elementari per una vita dignitosa.
La comunità internazionale deve inoltre imporre sanzioni economiche, diplomatiche e militari a Israele in risposta alle sue sistematiche e gravi violazioni del Diritto Internazionale. Ciò include il divieto di esportazione di armi verso Israele e il blocco degli acquisti di armi da esso; la sospensione di ogni forma di sostegno e cooperazione politica, finanziaria e militare; il congelamento dei beni dei funzionari coinvolti in Crimini contro i palestinesi o che incitano tali atti; e l’imposizione di divieti di viaggio nei loro confronti. Inoltre, devono essere sospesi i privilegi commerciali e gli accordi bilaterali che garantiscono a Israele vantaggi economici, consentendogli di commettere Crimini.
Tutti gli Stati devono inoltre essere ritenuti responsabili della loro complicità o del loro coinvolgimento nel sostegno ai Crimini di Israele, primi tra tutti gli Stati Uniti, e qualsiasi nazione che fornisca a Israele qualsiasi forma di assistenza collegata alla perpetrazione di tali Crimini. Ciò include aiuti o legami contrattuali nei settori militare, dello spionaggio, politico, legale, finanziario, mediatico o economico, o in qualsiasi altro ambito che contribuisca alla continuazione di queste violazioni.
Traduzione a cura di: Beniamino Rocchetto
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