Le donne Tamimi, simboli della moderna resistenza palestinese al femminile

 

In questi giorni si sente spesso parlare della famiglia palestinese Tamimi, ma non molti sanno chi sono.
La famiglia palestinese Tamimi, di Nabi Saleh, un villaggio nei pressi del governatorato della città di Ramallah, è famosa per la sua resistenza pacifica contro l’occupazione israeliana in Cisgiordania.

Ahed Tamimi, sua madre Nariman Tamimi, Manal Tamimi e Nour Tamimi sono quattro donne della stessa famiglia, arrestate dall’esercito israeliano in questa settimana. In particolare, Ahed Tamimi, 16 anni, è stata arrestata dopo aver preso a schiaffi un soldato israeliano che ( per coprire il buco che la stampa italiana appositamente ha scavato) aveva invaso il cortile della casa della famiglia Tamimi per sparare a dei manifestanti palestinesi.
Le donne Tamimi sono così diventate inevitabilmente il simbolo della resistenza femminile palestinese.
Le donne, forse più di tutti, ben conoscono il valore della resistenza. In particolare, la donna palestinese è stata protagonista di due battaglie: non solo è sempre stata impegnata contro l’occupazione israeliana e, nei primi tempi, contro l’assoggettamento britannico, bensì ha cercato di slegarsi da quel sistema patriarcale che la vedeva rinchiusa tra le mure di casa.
Fu esattamente con la nakbah (“catastrofe”), nel 1948, che le donne palestinesi si unirono agli uomini nelle battaglie, rivendicando non solo le libertà e la giustizia per la loro terra, la Palestina, ma anche i loro stessi diritti.
La resistenza, quindi, scorre nel sangue di ogni donna palestinese. Resistenza è, forse non a caso, femminile sia in italiano che in lingua araba مقاومة (muqawamat), con la ة (ta marbuta) in posizione finale per la determinazione del genere femminile.
La resistenza palestinese ha messo al mondo donne come Fadwà Tuqan, conosciuta nel mondo arabo come la poetessa della resistenza palestinese e dell’Intifada, le cui poesie hanno infiammato le generazioni palestinesi a partire dal 1967.


Figlie, madri e sorelle si trovano a lottare per un orgoglio comune. Ahed Tamimi, con la sua chioma di ricci ribelli dorati, figlia di Nariman Tamimi, Manal Tamimi, con i suoi occhi color verdi della sua terra, e Nour (“luce” in arabo) Tamimi guidano così la resistenza delle donne palestinesi per la difesa della Palestina, la loro madre-patria che, citando una poesia di Fadwà Tuqan, le ha cullate nel suo grembo benigno.

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