L’esercito israeliano fa sistematicamente ricorso ai cani per brutalizzare i palestinesi, compresi bambini, anziani e detenuti, a volte con conseguenze fatali.
Fonte: English version
Lidia de Leeuw – Maria Hengeveld -10 aprile 2025
Immagine di copetina: Illustrazione creata da Alex Mellon per SOMO. Aprile 2025.
⚠️ Attenzione: questo articolo contiene descrizioni di episodi di violenza estrema, tra cui attacchi con cani militari, abusi fisici e traumi psicologici. Contiene testimonianze di vittime, alcune delle quali descrivono episodi di violenza contro i bambini.
Riepilogo
1- L’esercito israeliano fa sistematicamente ricorso ai cani per brutalizzare i palestinesi, compresi bambini, anziani e detenuti, a volte con conseguenze fatali.
2 – Nuove prove ottenute dal SOMO rivelano il rischio significativo che i cani poliziotto esportati dai Paesi Bassi vengano utilizzati dall’esercito israeliano per violare il diritto internazionale.
3 – La Convenzione sul Genocidio obbliga i Paesi Bassi ad adottare misure per prevenire il genocidio. Permettendo che l’esportazione di cani militari in Israele continui, i Paesi Bassi violano i propri obblighi giuridici internazionali.
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È l’inizio del 2024 a Nablus, nella Cisgiordania occupata. Il figlioletto di tre anni di Amna, Ahmad, dorme tra le sue braccia mentre lei sta preparando gli altri figli per la scuola. Improvvisamente, dei soldati israeliani entrano in casa con un grosso cane poliziotto. Il cane attacca Amna e Ahmad, serrando le mascelle intorno alle natiche del bambino per diversi minuti. “Sentivo mio figlio urlare di dolore e le mie figlie strillavano e piangevano per la paura e il terrore”, ricorda Amna. I soldati trascinano il cane e Ahmad giù per le scale e fuori dall’edificio, colpendo Amna con il calcio di un fucile per impedirle di raggiungere Ahmad. Quando i soldati restituiscono Ahmad alla madre, è “privo di sensi, avvolto in una coperta di alluminio insanguinata”. Ahmad viene ricoverato in ospedale per otto giorni e necessita di 42 punti di sutura interni ed esterni, mentre gli altri figli di Amna subiscono “un grave trauma psicologico dopo tutto quello a cui hanno assistito”.
Da Gaza alla Cisgiordania, dalle case palestinesi ai centri di detenzione israeliani, i palestinesi hanno condiviso testimonianze orribili di attacchi con cani da parte dell’esercito israeliano. Queste testimonianze dimostrano l’uso sistematico di cani da parte dell’esercito israeliano per brutalizzare i palestinesi, inclusi bambini, anziani e personale medico, a volte con conseguenze fatali.

A quanto pare, i Paesi Bassi sono il paese chiave da cui vengono esportati i cani addestrati dalla polizia all’esercito israeliano, ma la riservatezza aziendale implica che non siano disponibili informazioni pubbliche sui fornitori o sul numero di cani forniti all’esercito israeliano dalle aziende olandesi.
SOMO ha scoperto che le aziende di cani poliziotto nei Paesi Bassi hanno ottenuto i certificati veterinari necessari per l’esportazione di almeno 110 cani in Israele tra ottobre 2023 e febbraio 2025. Cento di questi certificati sono stati rilasciati all’azienda Four Winds K9, un centro di addestramento per cani poliziotto situato nel villaggio di Geffen, nel sud dei Paesi Bassi.
Four Winds K9: il passato torna a mordere?
Four Winds K9 vanta una storia decennale nell’esportazione di cani in Israele. Questa storia è macchiata da attacchi illegali perpetrati dai soldati israeliani contro i palestinesi. Il SOMO ha ottenuto documenti confidenziali relativi a una precedente causa contro Four Winds K9. Mostrano come il governo israeliano abbia fatto di tutto per proteggere il suo fornitore.
Email trapelate: come Israele ha protetto l’azienda olandese di cani dalla responsabilità legale
Pochi giorni prima del Natale 2016, i proprietari di Four Winds K9 ricevono una lettera da Liesbeth Zegveld, un’avvocatessa olandese per i diritti umani, che li informa che i cani da loro forniti all’esercito israeliano sono stati utilizzati in un’aggressione illegale a un minore palestinese e che l’azienda sarà ora ritenuta responsabile per i danni subiti a seguito dell’aggressione. Nel 2014, i soldati dell’unità cinofila dell’esercito israeliano – la cosiddetta unità Oketz (“Pungiglione”) – hanno liberato due dei loro cani per attaccare un gruppo di giovani palestinesi a Beit Umar, un villaggio in Cisgiordania. Hamzeh Abu Hashem, allora sedicenne, è stato aggredito e morso a una gamba, un braccio e una spalla. I soldati si sono filmati mentre urlano insulti al ragazzo e intimano a uno dei loro cani di morderlo. Hamzeh ha riportato gravi ferite fisiche, oltre a traumi psicologici e ansia persistente. Questo attacco non è stato un episodio isolato. Come si legge nella lettera, è “prassi consolidata” per l’esercito israeliano usare i cani per attaccare i civili palestinesi nei territori palestinesi occupati. “Sapete che i vostri cani vengono usati contro i palestinesi e che, di fatto, attaccano e mordono”, si legge nella lettera.
Si dice che in quel periodo la Four Winds K9 fornisse il 90% dei cani utilizzati dall’IDF.
Nel 2017, Zegveld intenta causa contro Four Winds K9 per le ferite riportate da Hamzeh a causa dei cani forniti all’esercito israeliano. Il 31 ottobre 2017, i proprietari dell’azienda ricevono una citazione in giudizio per il 6 dicembre.
Pochi giorni dopo aver ricevuto la citazione, Four Winds K9 invia una lettera al Ministero della Difesa israeliano chiedendo di trovare per l’azienda “un avvocato olandese qualificato e affidabile” e di contribuire a sostenere “le spese legali di questo avvocato e le ulteriori spese legali”. Secondo i proprietari dell’azienda, tale supporto era più che appropriato. “Dato il nostro rapporto di lunga data (quasi 25 anni), speriamo e ci aspettiamo che il vostro governo ci assista con il supporto necessario per risolvere questo caso”. Nella loro lettera al Ministero della Difesa israeliano, i proprietari esprimono la preoccupazione che, se il tribunale si pronuncerà a favore dei querelanti, “la fornitura di cani da lavoro [a Israele] verrà interrotta”.
Prima scelta
La lettera di convocazione scatena il panico non solo presso Four Winds, ma anche all’interno del governo israeliano, come testimoniano le e-mail trapelate scambiate tra il Ministero della Difesa israeliano, il Ministero della Giustizia israeliano e due studi legali. Dopo essere stati informati del caso giudiziario, diversi alti funzionari del governo israeliano, tra cui un vice procuratore generale del Ministero della Difesa, vengono coinvolti nel caso Four Winds K9, insieme a due studi legali olandesi: Wladimiroff Advocaten e Florent. Lo studio legale Wladimiroff Advocaten, con sede all’Aia, rappresenta Four Winds K9 nella negoziazione con gli avvocati della vittima. Lo studio legale Florent, con sede ad Amsterdam, funge da collegamento tra Wladimiroff Advocaten e il governo israeliano e fornisce consulenza al governo israeliano sulle implicazioni del caso.
Le e-mail interne mostrano che uno dei motivi per cui il Ministero della Giustizia israeliano è intervenuto nella controversia è che il Ministero della Difesa ritiene “molto importante mantenere il rapporto” con Four Winds K9, poiché “questa azienda è stata un importante fornitore di cani per l’unità Oketz per circa 25 anni” e “consente all’IDF la prima scelta nella selezione dei cani”.
Il governo israeliano continua a fornire il suo contributo a diverse bozze dell’accordo di conciliazione. Mentre l’accordo si avvicina alla sua finalizzazione, Florent e il Ministero della Giustizia israeliano si scambiano diverse email in attesa del “via libera” del Ministero della Difesa. Il 12 giugno 2018, il Ministero della Giustizia invia un’email a Florent: “Il Ministero della Difesa ha dato la sua approvazione. Puoi dare il via libera ad avvocato di Wladimiroff!”. L’8 ottobre 2018, l’accordo con Four Winds K9 viene reso pubblico: la società accetta di pagare una somma non rivelata ad Hamzeh e a suo padre
L’utilizzo sistematico dei cani come arma
Negli anni successivi alla causa Four Winds K9 del 2017, i rischi per i diritti umani derivanti dalla vendita di cani all’esercito israeliano sono ulteriormente aumentati. Rapporti di organizzazioni per i diritti umani, dei media e delle Nazioni Unite dimostrano che l’attacco subito da Hazmeh nel 2014 è solo un esempio di un modello sistematico di abusi, in cui l’esercito, la polizia e i servizi penitenziari israeliani utilizzano frequentemente i cani per minacciare e aggredire i civili, inclusi bambini piccoli, anziani e persone con disabilità. I cani vengono anche utilizzati per torturare i palestinesi detenuti, anche attraverso lo stupro, secondo quanto riportato dai media.
Il SOMO ha ricevuto sedici testimonianze di vittime e testimoni raccolte dalle organizzazioni palestinesi per i diritti umani Al-Haq e Al Mezan, che descrivono i diversi tipi di attacchi con cani da parte dell’esercito israeliano dall’ottobre 2023. Queste testimonianze dipingono un quadro raccapricciante dei modi in cui i cani vengono utilizzati per brutalizzare i civili palestinesi.
Morsi, picchiati, minacciati: testimonianze di aggressioni da parte di cani in stato di detenzione
Un uomo di 77 anni di Gaza, detenuto dall’esercito, ha descritto come alcuni “dei momenti più orribili” durante la sua detenzione, durata un mese, siano state le quattro notti in cui, alle 23:00 in punto ogni notte, i soldati ordinavano ai detenuti di “sdraiarsi a faccia in giù a terra e allargare le gambe” e ordinavano ai cani di attaccarli. Ha ricordato che un cane “mi ha morso la mano destra e mi ha trascinato fuori dalla stanza, dove i soldati mi stavano aspettando. Mi hanno aggredito, prendendomi a pugni e picchiandomi con i manganelli. Uno di loro mi ha colpito allo stomaco. Ero spaventato e provavo un dolore lancinante”.
Un autista di ambulanza, fermato insieme ad altri operatori sanitari durante un raid in un ospedale di Gaza, ha raccontato un fatto simile: “I soldati israeliani ci ordinavano di sdraiarci a faccia in giù a terra e liberavano i loro cani, che ci attaccavano. Un detenuto è stato morso alla coscia, un altro alla spalla. Nella nostra fede, non è permesso essere toccati o leccati da un cane; questo richiederebbe il lavarsi. I soldati lo sapevano”. L’autista dell’ambulanza ha ricordato come i cani venissero usati per torturare: “Un altro soldato ha portato con sé un cane, che ha nutrito davanti a me mentre venivo interrogato. Mi ha fatto segno che avrebbe liberato il cane se non avessi confessato. […] Riuscivamo a malapena a muoverci a causa dell’intensità dei pestaggi, ma se lo facevamo – quando portavano i cani – venivamo presi a calci in faccia ancora più forte con gli stivali “.

Nel luglio 2024, l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha pubblicato un rapporto sulla situazione dei palestinesi detenuti in Israele. I palestinesi rilasciati dalla detenzione israeliana hanno raccontato all’OHCHR come le forze israeliane “abbiano sottoposto i detenuti a violenza e umiliazioni in modo sistematico, anche attraverso ripetute e gravi aggressioni fisiche, aizzando i cani contro i detenuti, in alcuni casi con conseguenti aggressioni e morsi, e minacce e insulti diffusi”.
I cani come armi durante le incursioni nelle case dell’esercito
L’esercito israeliano continua a usare i cani per attaccare i palestinesi nelle loro case. Un uomo di Gaza ha raccontato di un’aggressione subita dalla sua famiglia nella loro casa nel dicembre 2023: “Circa sei soldati mi torturavano. Mi rivolgevano parole offensive, dicendomi: ‘Siete dei bastardi’. Dormivo su vetri rotti; il mio sangue era ovunque. Sentivo di perdere la memoria un po’ di più ogni ora. Quando ho chiesto dell’acqua, me l’hanno versata sulla testa. Mi hanno spento le sigarette sulla schiena e hanno liberato tre cani, che mi hanno leccato il sangue dal corpo”
Cani: animali domestici o armi?
L’esportazione di cani militari è in gran parte non regolamentata e rientra nelle stesse procedure amministrative dell’esportazione o del trasferimento all’estero di animali domestici.
L’attacco del 2014 contro Hamzeh ha portato l’attenzione dei media nazionali su Four Winds K9 e ha portato diversi parlamentari olandesi a chiedere per un’immediata cessazione dell’esportazione di cani all’esercito israeliano. Ciò ha spinto il governo olandese a valutare un regime di licenze di esportazione a duplice uso applicabile ai cani destinati in Israele. In base a tale sistema, beni e animali utilizzabili sia per scopi civili che militari richiederebbero una licenza di esportazione, con lo Stato che valuterebbe i rischi per i diritti umani di tali esportazioni prima di concederla. Nonostante gli evidenti rischi per i diritti umani, il governo olandese ha deciso di non introdurre un simile regime di licenze. Ancora oggi, con le crescenti prove di abusi e i rinnovati appelli dei parlamentari a impedire l’esportazione di cani all’esercito israeliano, il governo olandese rimane riluttante nell’ammettere il rischio che i cani olandesi vengano utilizzati in attacchi illegali da parte delle forze israeliane.
Il governo olandese portato in tribunale per l’esportazione di cani
I Paesi Bassi continuano a essere un importante importatore dii cani per l’ unità Oketz
Nel gennaio 2024, il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato un’importante operazione di approvvigionamento di cani addestrati con fornitori fidati con sede nei Paesi Bassi e in Germania.
Il SOMO ha chiesto all’autorità doganale olandese una ripartizione aggregata e anonima dei dati sulle esportazioni di cani verso Israele, in particolare verso il Ministero della Difesa israeliano, da parte di soggetti privati e, se del caso, del Ministero della Difesa olandese. L’autorità doganale ha risposto al SOMO in un’e-mail il 17 febbraio 2025, affermando di non poter condividere tali informazioni, nemmeno in forma anonima o aggregata, a causa delle “normative sulla privacy”.
Tuttavia, il SOMO è riuscito a ottenere informazioni dall’Autorità olandese per la sicurezza alimentare e dei prodotti di consumo (NVWA) che dimostrano che, tra ottobre 2023 e febbraio 2025, la NVWA ha rilasciato 110 certificati veterinari necessari per l’esportazione di cani da parte delle aziende cinofile militari/polizia olandesi in Israele. Di questi 110 certificati, 100 sono stati rilasciati a Four Winds K9. Altri quattro certificati sono stati rilasciati a Police Dogs Centre Holland e sei a K10 Working Dogs.
Il 17 marzo 2025, SOMO ha contattato Four Winds K9, Police Dogs Centre Holland e K10 Working Dogs per informazioni su: identità dei loro acquirenti israeliani, utilizzo dei cani da parte di questi acquirenti, modalità con cui garantiscono che i loro cani non vengano utilizzati in violazioni del diritto internazionale e se abbiano mai ricevuto informazioni dal governo olandese – prima o dopo il 7 ottobre 2023 – sui rischi legali derivanti dalla fornitura di cani poliziotto a Israele. Ad oggi, nessuna delle aziende ha risposto alle richieste di SOMO.
Causa per bloccare l’esportazione olandese di cani militari
Secondo la legge olandese, le aziende e i dirigenti aziendali che esportano cani all’esercito israeliano possono essere ritenuti penalmente responsabili quando la fornitura di cani consente e/o aggrava crimini di guerra o atti di genocidio commessi dall’esercito israeliano.
Ma esistono anche chiari obblighi legali per lo Stato olandese, che consiste nell’impedire che i cani esportati dai Paesi Bassi vengano utilizzati da Israele per violare il diritto internazionale.
Il 26 gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha concluso che sussisteva un rischio plausibile che Israele commettesse atti di genocidio a Gaza. La Convenzione sul Genocidio obbliga i Paesi Bassi ad adottare misure per prevenire il genocidio.
Il 19 luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che l’occupazione israeliana della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, è illegale e deve essere interrotta. La Corte ha chiarito che gli Stati terzi hanno l’obbligo di “adottare misure per impedire relazioni commerciali o di investimento che contribuiscano al mantenimento della situazione illegale creata da Israele nei Territori Palestinesi Occupati”.
SOMO e altre nove organizzazioni della società civile palestinese e olandese hanno intentato causa contro i Paesi Bassi per il loro ruolo nel facilitare le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, tra cui l’occupazione illegale del territorio palestinese e il plausibile genocidio commesso contro il popolo palestinese a Gaza. Una delle richieste del caso, attualmente in fase di appello, è la sospensione dell’esportazione di cani (militari) verso Israele o, in alternativa, l’imposizione di un regime di licenze di esportazione a duplice uso per i cani verso Israele. L’udienza di appello è prevista per l’estate del 2025.
“I Paesi Bassi stanno facendo troppo poco per impedire l’esportazione di armi e cani verso Israele. I cani vengono usati per minacciare e mordere i palestinesi. Questo deve finire”, afferma Christiaan Alberdingk Thijm, avvocato delle organizzazioni nella causa contro lo Stato.
Si prevede che l’udienza di appello nel caso si terrà nell’estate del 2025.
Nota: alcune citazioni contenute in questo articolo sono state tradotte dall’ebraico o dall’olandese in inglese.
The Counter , il dipartimento di ricerca aziendale pro-bono del SOMO , ha contribuito a questo articolo
*SOMO: Centro di ricerca sulle multinazionali, lavora per trasformare il sistema economico limitando il potere delle aziende e promuovendo la giustizia sociale.Realizza ricerche orientate all’azione per denunciare l’impatto e il potere senza precedenti delle multinazionali e svelare le strutture sottostanti che le sostengono.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org